(ANSA) - ROMA, 28 FEB - I ministeri del Lavoro e
dell'Economia (che vigilano sugli Enti di previdenza dei
professionisti, ndr) "hanno negato l'approvazione della delibera
adottata dal Comitato dei delegati di Cassa forense il 16
settembre 2022, concernente l'estensione al 2023 dell'esonero
dal pagamento del contributo integrativo minimo, già sospeso nel
periodo 2018/2022. A seguito di ciò, l'Ente dovrà porre in
riscossione, con la rata del 30 settembre 2023, anche tale
contributo, nella misura rivalutata di 770 euro". Lo fa sapere
la stessa Cassa pensionistica degli avvocati "Il provvedimento,
sul quale l'Ente riserva impugnazione, è giunto assolutamente
inaspettato, tenuto conto che la delibera del Comitato era
funzionale all'entrata in vigore, dal 2024, della riforma
strutturale della previdenza forense, già all'esame degli stessi
ministeri. Il costo contenuto dell'esonero - si legge in una
nota - stimato in circa 25 milioni di euro, è assolutamente
compatibile con gli equilibri finanziari di lungo periodo
dell'Ente, mentre il richiamo agli "effetti negativi sui saldi
di finanza pubblica", contenuto nella nota Ministeriale, appare
del tutto inconferente, stante il fatto che gli stessi Vigilanti
avevano approvato l'analogo provvedimento per il quinquennio
2018/2022". Secondo il presidente di Cassa forense Valter Militi
"il diniego ministeriale lede l'autonomia dell'Ente, è
inutilmente vessatorio nei confronti degli iscritti ed appare
fondato su motivazioni non condivisibili". (ANSA).