Giovedì 9 marzo, in mattinata, il
disegno di legge sull'equo compenso per le prestazioni dei
liberi professionisti (già varato in prima lettura, alla Camera,
il 25 gennaio scorso) sarà nuovamente all'esame della
Commissione Giustizia del Senato; sono infatti arrivati,
conferma la relatrice, la senatrice leghista Erika Stefani, i
pareri sugli emendamenti depositati al testo (33 proposte di
modifica e 4 ordini del giorno, ndr) delle altre Commissioni di
palazzo Madama. L'obiettivo, riferisce l'esponente del
Carroccio, è "concludere in settimana la votazione" sulle
correzioni presentate prevalentemente dalle opposizioni, e far
approdare il provvedimento prima possibile in Aula, per il via
libera, senza modifiche, rispetto alla versione arrivata da
Montecitorio. Il disegno di legge sulla giusta remunerazione per
i servizi svolti dai liberi professionisti, in cui sono
confluite iniziative normative di FdI e della Lega, dispone che
debbano corrispondere compensi equi le imprese bancarie e
assicurative (e loro controllate e mandatarie), nonché le
aziende con più di 50 dipendenti, o con un fatturato di oltre 10
milioni di euro, nell'anno precedente al conferimento
dell'incarico al professionista. Nel testo, infine, si dà
l'altolà agli accordi "al ribasso", che verranno considerati
nulli, così come qualsiasi patto che vieti al professionista di
pretendere acconti in corso d'opera e che attribuisca al cliente
dei "vantaggi sproporzionati".
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