Il Consiglio nazionale dei
commercialisti, in merito alla crisi d'impresa, propone di
"rafforzare le misure volte ad incentivare l'accesso delle
imprese alla composizione negoziata, alla luce delle principali
difficoltà segnalate dagli operatori nei primi mesi di
operatività del nuovo istituto, quali quelle legate alla
gestione del debito verso l'erario o gli enti pubblici - che
molto spesso rappresenta la voce debitoria più rilevante e,
quindi, il maggiore ostacolo al risanamento dell'impresa in
difficoltà - e della opportunità della previsione di ulteriori
vantaggi per i creditori che partecipano alle trattative". Lo si
legge in una nota dei professionisti, che comprende le istanze
esposte nell'audizione di oggi, in Commissione Bilancio al
Senato, in merito all'attuazione del Pnrr. "La nostra proposta
emendativa consentirebbe al debitore di raggiungere un accordo
per la decurtazione o la dilazione dei debiti tributari o
contributivi, anche se già affidati in carico all'agente della
riscossione, e dei debiti per accessori, funzionale al buon
esito delle trattative", afferma la categoria. Quanto, poi, alla
giustizia tributaria, i commercialisti propongono di abrogare
l'innalzamento a 5.000 euro del limite di valore per il giudizio
monocratico tributario di primo grado, tutelando così il valore
della collegialità degli organi di giustizia tributaria, si
chiude la nota.
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