Fissata per domani pomeriggio, in
Commissione Giustizia al Senato, la votazione dei 33 emendamenti
e dei 4 ordini del giorno presentati per correggere il disegno
di legge sull'equo compenso per le prestazioni dei liberi
professionisti. Il provvedimento, frutto dell'unificazione di
testi di FdI e Lega, è stato varato dall'Aula della Camera il 25
gennaio scorso, senza modifiche e, sebbene anche nel passaggio a
Palazzo Madama la maggioranza di centrodestra, come spiegato
dalla relatrice, la senatrice leghista Erika Stefani, punti a
licenziarlo nella versione originaria, dovrà, comunque, tornare
a Montecitorio per la terza lettura: nel disegno si legge,
infatti, è presente un riferimento all'articolo 702-bis del
codice di procedura civile che, fino al 28 febbraio scorso,
disciplinava il rito semplificato, ma che è stato sostituito, a
partire da quella data (quando, cioè, è entrata in vigore la
cosiddetta riforma Cartabia), dagli articoli 281-decies e
seguenti. La 'svista', confermano ambienti parlamentari,
necessiterà di una correzione che ne renderà, dunque,
obbligatoria una nuova 'staffetta' nell'altro ramo del
Parlamento.
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