L'istituzione della magistratura
tributaria "rappresenta un risultato importantissimo, che il
Consiglio nazionale dei commercialisti ha fortemente sostenuto e
che non può essere messo in discussione. Piuttosto, per un più
rapido popolamento del ruolo dei nuovi magistrati tributari e
per una più efficace e celere messa a regime della riforma
occorre che il Legislatore intervenga rispetto alla prevista
assunzione tramite concorso di 68 nuovi magistrati tributari per
ciascuno dei 7 anni dal 2024 al 2030 (per un totale di 476
unità)": Parola del presidente del Consiglio nazionale dei
commercialisti, Elbano de Nuccio, che ha partecipato alla
cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario tributario,
oggi a Roma, precisando che, giacché è "improbabile che si
riescano a svolgere 7 concorsi in 7 anni, è necessario infoltire
quanto più possibile - anche nell'ottica del principio di
economicità delle procedure - il numero dei posti da bandire con
il primo concorso nonché anticipare a quest'anno l'avvio della
procedura concorsuale stessa". Quella della giustizia
tributaria, ha aggiunto, è "nel complesso una buona riforma", e
"la spinta impressa dal Legislatore alla specializzazione del
giudice tributario e l'estremo tecnicismo delle materie da
sottoporre al loro scrutinio richiederebbero un parallelo
adeguamento delle norme in materia di abilitazione
all'assistenza tecnica che sarebbe opportuno limitare ai
professionisti iscritti negli albi degli avvocati,
commercialisti e consulenti del lavoro, gli unici in grado di
garantire il tecnicismo e la specializzazione necessari per la
pienezza, integrità ed efficacia delle facoltà difensive". In
conclusione, il numero uno della categoria professionale
economico-giuridica ha invocato "l'abrogazione dell'innalzamento
a 5.000 euro del limite di valore per il giudizio monocratico
tributario di primo grado, per tutelare così il valore della
collegialità degli organi di giustizia tributaria", termina la
nota dei commercialisti.
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