La riforma delle politiche attive del
lavoro, "così come inserita nel Pnrr, è intesa come riforma
dell'intero sistema e denota la volontà di rafforzare la
collaborazione tra il sistema pubblico e quello privato, di
valorizzare i Centri per l'impiego, nonché di introdurre precisi
strumenti quali il programma Garanzia di occupabilità dei
lavoratori (Gol). Far funzionare concretamente le politiche
attive, cosa mai successa al momento, deve essere obiettivo
primario". A pensarla così il Consiglio nazionale dei consulenti
del lavoro, ascoltato oggi nelle Commissioni Bilancio di Camera
e Senato in merito al Def, secondo cui "sarà fondamentale
delineare un'efficiente rete degli operatori dei servizi al
lavoro con una integrazione più strutturata tra soggetti
pubblici e privati. In particolare - recita il testo diffuso ai
parlamentari - poiché nell'ambito dei centri per l'impiego si
riscontra ancora un sottodimensionamento dell'organico ed un
'gap' infrastrutturale, è necessario coinvolgere maggiormente le
Agenzie per il lavoro. Bisogna favorire il più possibile la
diffusione degli operatori privati su tutto il territorio
nazionale", hanno detto i professionisti.
Sulla riforma fiscale, inoltre, i consulenti del lavoro fanno
sapere di condividere "il principio ispiratore", però "si potrà
esprimere un giudizio definitivo soltanto quando i decreti
legislativi attuativi prenderanno forma. Tra i principali
aspetti positivi contenuti nel disegno di legge delega vanno
certamente annoverati la riforma dell'Irpef, quindi la revisione
graduale e la transizione del sistema verso un'aliquota unica",
ma pure "gli interventi sui redditi da lavoro autonomo ed il
miglioramento del rapporto tra fisco e contribuenti in un quadro
di "leale collaborazione", aspetti", questi, ritenuti "molto
impattanti sulle imprese e sui professionisti".
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