'Pollice in su' dei commercialisti
italiani sulla delega fiscale, espresso oggi dal Consiglio
nazionale dei commercialisti nel corso di un'audizione
parlamentare presso la Commissione Finanze della Camera. La
categoria, rappresentata dal tesoriere nazionale, Salvatore
Regalbuto e dal coordinatore dell'area fiscalità della
Fondazione nazionale di ricerca della categoria, Pasquale
Saggese, recita una nota, ha proposto la valorizzazione della
figura del "Garante dei diritti del contribuente", prevedendo
l'istituzione di una figura di garanzia nazionale, dotata di
idonea struttura ed autonomia economica, alla quale attribuire
anche specifici poteri nel fornire indicazioni vincolanti per
l'Amministrazione finanziaria nel caso vengano riscontrate
fattispecie in contrasto con le disposizioni dello Statuto dei
diritti del contribuente.
Regalbuto ha, poi, chiesto che venga superata la previsione di
subordinare l'ammissibilità delle istanze di interpello al
versamento di un contributo. Secondo i commercialisti occorre
una più ampia declinazione delle norme volte a favorire le
aggregazioni tra gli studi professionali, con particolare
riferimento alla neutralità fiscale delle operazioni di
riorganizzazione sia verticale che orizzontale, alla previsione
di un regime opzionale di determinazione per cassa del reddito
delle società tra professionisti costituite in forma di società
di capitali e all'ampliamento del regime forfettario anche alle
società tra persone e alle associazioni professionali.
Nell'ambito della revisione e razionalizzazione del sistema
degli incentivi fiscali alle imprese, secondo i commercialisti
andrebbe introdotto uno specifico criterio direttivo che
disponga la parità di trattamento tra tutti gli operatori
economici. "Ai fini dell'accesso alle diverse forme di
incentivazione fiscale - ha sostenuto Regalbuto - è necessario
affermare il principio generale di piena equiparazione tra
professionisti e imprese".
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