"Non ci sono ignote tutte le
nostre sfide. Sfide complicate della salute e del lavoro, in un
panorama di un mondo sempre più piccolo lacerato dalla guerra.
Sappiamo bene quali sono i bisogni e le emergenze di Taranto".
Lo ha detto l'arcivesvovo di Taranto Ciro Minieri, accennando
alla vicenda ex Ilva, in occasione della cerimonia de 'u pregge'
(il privilegio) con la consegna simbolica della statua del
patrono San Cataldo al sindaco Rinaldo Melucci prima della
processione in mare. "Oggi che - ha aggiunto rivolgendosi al
primo cittadino - le consegniamo l'immagine del Santo per la
festa, il mio augurio così come la mia preghiera è quella che
san Cataldo rimargini una sola ferita, quella più profonda,
dalla cui cura e guarigione dipende molto dei nostri passi
avanti. Per l'intercessione di Cataldo vorrei che ci
riscoprissimo fratelli e sorelle, che pacificassimo gli animi di
una comunità frammentaria e divisa, tante volte incapace di
custodirsi e poco allenata a volersi bene".
Il programma dei festeggiamenti prevede in serata il corteo a
mare e venerdì, giorno di San Cataldo, la processione a terra
con il coinvolgimento delle confraternite dell'Arcidiocesi.
"Richiamandomi ancora al Vangelo, vi è - ha aggiunto
l'arcivescovo - l'esempio della venuta del padrone che piomba
quando meno ce ne accorgiamo come un ladro che viene a
scassinare la casa. È chiaro che il Signore non è un ladro. I
veri ladri sono i servi la cui disonestà sta nel loro cuore
addormentato che non si lascia interpellare e formare dalla
Parola di Dio. San Cataldo faccia sì che non capiti così a noi".
La festa "di oggi - ha concluso mons. Miniero - ci insegni a
gioire per le gioie altrui, vincendo su egoismi ed arrivismi,
perché una comunità è tale solo se aperta a tutti, inclusiva
responsabile. Sia così per Taranto e la festa sia occasione di
incontro perché nel segno di Cristo siamo chiamati a ritrovarci
come comunità felici di appartenere a questa città, a questa
terra e a questo mare".
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