"L'atto che il ministro viene a
compiere é incompatibile con le sentenze europee che hanno
condannato 5 volte lo Stato Italiano e un vergognoso tentativo
di affermare davanti alle telecamere e ai possibili acquirenti
che quel catorcio di fabbrica non stia cadendo a pezzi". E'
quanto sostengono cittadini e rappresentanti di associazioni e
comitati che stanno tenendo un sit-in davanti alla portineria C
dello stabilimento Acciaierie d'Italia-ex Ilva di Taranto in
attesa della cerimonia di riaccensione dell'altoforno 1 (fermo
da agosto 2023 per manutenzione) prevista per questo pomeriggio
alla presenza del ministro delle imprese e made in Italy Adolfo
Urso.
Gli attivisti annunciano che intendono consegnare
"simbolicamente un foglio di via al Ministro del Made in Italy".
In questo "ordine di allontanamento" viene sottolineato che Urso
accenderà l'altoforno "nonostante la fabbrica sia di fatto
illegale perché gli impianti sono in marcia senza autorizzazione
integrata ambientale, contravvenendo alla normativa europea in
materia di diritto ambientale". "Per questo - si aggiunge - e in
violazione dell'art. 32 della Costituzione" i cittadini di
Taranto "vietano al ministro Urso l'ingresso in città finchè la
fabbrica Acciaierie d'Italia sarà definitivamente chiusa".
I portavoce delle associazioni rilevano inoltre che
"l'altoforno dovrà comunque essere spento tra qualche settimana
per la sostituzione del crogiolo a fine vita. Una barzelletta
che non fa ridere, perché ha a che fare con la salute e la vita
di tutti noi. Una recita macabra - concludono - che assume le
sembianze di un affronto alla dignità di un intero territorio.
Una misera 'marchetta' per cercare di abbindolare i possibili
acquirenti".
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