La giudice del Lavoro del
tribunale di Taranto Giulia Viesti ha riconosciuto il diritto a
percepire la rendita ai superstiti e l'assegno funerario alla
vedova di un ex dipendente Ilva morto nel dicembre 2007 per
carcinoma polmonare da esposizione ad amianto. Lo riferisce
Emidio Deandri, presidente nazionale dell'Anmil, aggiungendo che
"il lavoratore aveva svolto la prestazione lavorativa in favore
dell'Ilva sino al 29 febbraio del 1992 con qualifica di operaio
e mansioni di gruista e carropontista nell'area convertitori e
presso il reparto Acciaieria 1».
Secondo Deandri "la particolarità del caso risiede nel fatto che
la vedova, assistita dall'Anmil Taranto a cui si è rivolta, in
particolare dai legali Maria Luigia Tritto e Aldo Tarricone, ha
richiesto presso la competente sede Inail il pagamento delle
prestazioni, riconosciute per legge in favore dei congiunti dei
lavoratori morti per infortunio o malattia professionale, solo
nel 2019, a distanza di ben 12 anni dal decesso del marito".
La giudice Viesti, "superando l'eccezione di prescrizione
proposta dall'Inail - osserva ancora Deandri - ha ribadito
quello che ormai è un costante orientamento della Corte di
Cassazione: il termine iniziale ai fini del decorso della
prescrizione, non è la mera manifestazione della malattia
professionale, ma il momento in cui l'esistenza della malattia
ed i suoi caratteri di professionalità ed indennizzabilità siano
conoscibili dal soggetto interessato".
Il presidente dell'Anmil rileva che "il percorso giudiziario ha
presentato non poche difficoltà. Basti pensare che una prima
relazione medica aveva escluso che il lavoratore fosse deceduto
per malattia professionale, ma invece poiché ex fumatore. Solo a
seguito del rinnovo delle indagini peritali, infatti, si è
giunti ad un risultato favorevole alla vedova, riconoscendo il
nesso tra la malattia professionale che ha portato al decesso e
la sua attività lavorativa".
"A Taranto, in questo caso, la giustizia - conclude Deandri - ha
fatto rapidamente il suo corso garantendo il diritto di una
'vedova dell'amianto' a percepire la rendita ai superstiti dopo
5 anni dalla sua richiesta".
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