"Il filo diretto tra lei e il
ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso,
scavalca, a nostro modo di vedere, quello che dovrebbe essere il
primo impegno da parte sua: ascoltare le voci della sua comunità
e di chi da anni è impegnato nella diffusione della verità,
attraverso dati medico-scientifici e tecnologici, e nel
tentativo di restituire dignità, salute e salubrità ambientale,
lavoratori compresi.
Senza un completo approfondimento, non è logico fidarsi della
propaganda ingannevole che da decenni si abbatte su Taranto come
una nera scure: la decarbonizzazione che porterà lavoro e
salute".
Lo sottolineano 28 tra associazioni e comitati di Taranto in
una lettera aperta all'arcivescovo di Taranto Ciro Miniero, che
nei giorni scorsi ha avuto un colloquio telefonico con il
ministro Urso sulla vicenda ex Ilva.
Le associazioni sostengono di "essere all'altezza di poter
smentire, con inoppugnabili dati, l'illusoria panacea proposta
anche dall'attuale governo nazionale; riteniamo di poterle
presentare la reale situazione sanitaria che coinvolge in una
disperata sopravvivenza decine di migliaia di tarantini e
tarantine, anche di comuni limitrofi". In questo "gioco al
massacro - aggiungono - entrano, da innocenti, i bambini, cui
viene negato addirittura il diritto al gioco negli spazi aperti
per condannarli a malattie, sofferenza e troppo spesso,
insopportabilmente, a morte".
Movimenti e Comitati ricordano che "la Commissione per i
Diritti Umani dell'Onu ha classificato Taranto tra le zone di
sacrificio", evidenziano le sentenze sull'ex Ilva della Corte
Europea per i Diritti Umani e della Corte di Giustizia
dell'Unione Europea e chiedono di incontrare l'arcivescovo "nel
breve periodo, in delegazione", per avere l'opportunità di
confutare "i rassicuranti messaggi di industriali, politici e
sindacalisti che ancora oggi continuano a difendere un modello
di sviluppo insostenibile incentrato sul profitto di pochi".
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