Nel 2024 nel centro screening
neonatale del Giovanni XXIII di Bari sono stati identificati 31
casi di neonati affetti da malattie rare. Lo comunica in una
nota il Policlinico di Bari precisando che in questo modo "si è
permesso una diagnosi precoce prima della comparsa dei sintomi e
un tempestivo avvio delle cure".
"In Puglia lo screening si esegue dal 2017 - sottolinea la
responsabile dell'unità operativa di patologia clinica e
screening neonatale del Giovanni XXIII, Simonetta Simonettie -
ed ha permesso di curare 492 neonati su 237.643 e nell'ultimo
anno siamo stati in grado di coprire un più ampio pannello
diagnostico". In ciascuna neonatologia pugliese, infatti, si
prelevano dal tallone del neonato poche gocce di sangue, che
vengono fatte assorbire su un cartoncino (dryed blood spot,
Dbs), che riporta l'anagrafica del bambino. Gli spot ematici Dbs
vengono inviati con un servizio di trasporto dedicato al centro
screening dell'ospedale pediatrico di Bari.
"Con i fondi Fesr-Fse 2014/2020 - viene evidenziato nella
nota - è stato possibile dotare il laboratorio di Patologia
clinica e screening neonatale del Giovanni XXIII di Bari, di una
stazione robotica collaborativa, l'Aphel Lab, che, supportata da
una piattaforma di intelligenza artificiale permette di
effettuare il check-in di un Dbs in pochisecondi. "Risparmiamo
circa 2 ore al giorno nel check-in dei 150 cartoncini Dbs
giornalieri: questo significa - prosegue la dottoressa Simonetti
- che possiamo diagnosticare e intervenire molto più
rapidamente, offrendo ai nostri piccoli pazienti le cure di cui
hanno bisogno il prima possibile". In caso di esito positivo
dello screening viene subito informato il centro clinico
Regionale ed inter-regionale di riferimento: per eseguire nel
neontato ulteriori accertamenti per la definizione della
diagnosi e l'avvio alle cure.
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