Nell' ultimo decennio la quota di
persone con disabilità che cercano o hanno un'occupazione è
passata dal 43,7% al 52,2%, grazie alla combinazione di
politiche nazionali e regionali efficaci e di una cultura più
inclusiva delle imprese. Ma l'ingresso al lavoro per questi
cittadini resta ancora critico. E' quanto si legge nel
comunicato diffuso dai Consulenti del lavoro e l'Anfass dopo la
firma dell'accordo per favorire l'ingresso nel mondo del lavoro
delle persone con disabilità. Stando ai dati Istat del 2022, su
una popolazione di circa 3 milioni di persone con gravi
disabilità solo il 33,5% (nella fascia d'età 15-64 anni) risulta
occupata, contro il 60,2% delle persone senza limitazioni. Un
dato preoccupante anche se, nel confronto internazionale,
l'Italia si distingue positivamente per la sua maggiore
capacità inclusiva nei confronti delle persone con disabilità
meno gravi. Secondo Eurostat, infatti, è il paese con il gap più
basso d'Europa: il tasso di disoccupazione di chi ha disabilità
non gravi è del 11,8% contro una media UE del 17,3%. "Purtroppo,
sono ancora troppo poche le persone con disabilità che riescono
a trovare un'occupazione. Ma l'attenzione verso il fenomeno c'è,
come dimostrano gli obiettivi posti alla base della riforma
della disabilità e gli incentivi occupazionali introdotti nel
Terzo Settore", ha commentato il Presidente del Consiglio
Nazionale dell'Ordine dei Consulenti del lavoro, Rosario De
Luca. "Lavorare è per ogni cittadino un diritto-dovere e questo
vale anche per le persone con disabilità, cittadini al pari
degli altri" afferma Roberto Speziale, Presidente Nazionale
Anffas. "Purtroppo ancora oggi, nonostante si tratti di un
diritto sancito sia dalla nostra Costituzione che dalla
Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, il
lavoro è un miraggio per molte persone con disabilità ed in
particolare per le persone con disabilità intellettive e
disturbi del neurosviluppo, frequentemente vittime di
pregiudizi e stereotipi legati alle loro capacità. Invece- ha
aggiunto - sono proprio loro a chiedere a gran voce un lavoro
vero al fine di essere cittadini attivi e poter dare il proprio
contributo alla società come tutti".
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