"Una visione parziale, riduttiva e
per molti versi pericolosa in termini culturali del tema
dell'affettività e della sessualità delle persone con
disabilità": questo il giudizio di Coordown, che coordina le
associazioni delle persone con sindrome di Down, sulla proposta
di legge, approdata in Commissione Affari Sociali (Atti Camera
1432, Furfaro e altri) che prevede l'"Istituzione della figura
professionale dell'operatore per l'emotività, l'affettività e la
sessualità delle persone con disabilità".
"La proposta di legge - osserva Coordown - riduce il campo ad
una improbabile prestazione sessuale preordinata, ignora come la
sessualità riguardi persone profondamente differenti e non a un
tipo standard (maschio con disabilità motoria), elude il fatto
che sussistano evidenti differenze di genere. Il testo è
lontanissimo dalla visione di CoorDown e di molte altre
organizzazioni, professionisti, persone e famiglie. La proposta
ha il merito di riaccendere i riflettori su disabilità e
sessualità, riteniamo però necessario riaffermare alcuni
elementi per inquadrare al meglio ponderate riflessioni e
conseguenti azioni". Si tratta, secondo il coordinamento, "non
di un diritto al mero atto sessuale - momento personalissimo che
non si può rinchiudere in una norma - quanto piuttosto del
diritto a ricevere un'educazione affettiva sessuale
comprensibile e adeguata alle proprie peculiarità".
"Il primo ostacolo nel rendere effettivi questi diritti -
spiega Antonella Falugiani, già presidente di CoorDown e oggi
delegata per il tema dell'affettività e sessualità - di natura
culturale, sono gli stereotipi, ancora persistenti nonostante
tutto: considerare la persona con disabilità come un eterno
bambino, asessuato o privo di stimoli; ricondurre le sue umane
pulsioni fra i comportamenti-problema a cui rispondere con
soluzioni "sanitarie" o di contenimento o più banalmente
ignorandole. Sono ignorate le voci e i desideri delle persone
con disabilità, e la necessità di superare il tabù che vuole la
sessualità delle persone con disabilità esclusa dal discorso
pubblico. Sono stereotipi trasversali e stratificati che
influenzano anche moltissime famiglie, lasciandole disorientate,
prive di strumenti e di supporti per affrontare al meglio la
crescita e lo sviluppo dei propri figli e delle proprie figlie.
è questa la prima urgenza che dovrebbe trovare una sponda anche
normativa: favorire percorsi di formazione consolidati ma anche
con un affiancamento personalizzato per persone con disabilità e
per le loro famiglie che siano davvero corrispondenti alle
esigenze di crescita e autodeterminazione". La scuola, secondo
CoorDown, "può rappresentare un'occasione formidabile per
educare tutti all'affettività e alla sessualità. Per sfruttarla
appieno i momenti educativi devono essere adeguati ai linguaggi
e alle particolarità di ognuno in modo da garantire uguali
opportunità".
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