L'ex governatore della Sardegna
Christian Solinas, segretario del Psd'Az, si toglie qualche
sassolino dalle scarpe, non ci sta a caricarsi sulle spalle
tutte le mancanze e i malfunzionamenti dell'amministrazione
regionale nei cinque anni scorsi e rilancia la palla sul
Consiglio regionale. Aula che da ieri non ha più un esponente
dei sardisti, tutti confluiti in Forza Italia.
"Non è pensabile che si continui con questo tentativo puerile di
scaricare sul presidente le cose che non hanno funzionato nella
passata legislatura e di pretendere invece che tutto ciò che si
è fatto sia merito dei consiglieri regionali - scrive sui social
replicando a un commento dell'ex consigliere sardista, Giovanni
Satta -. È vero l'esatto contrario: mentre il presidente ha
lavorato 15 ore al giorno, 7 giorni su 7 e ha prodotto risultati
che sono provati dai numeri e dai documenti ufficiali, il
Consiglio è stato il meno produttivo della storia autonomistica:
meno riunioni, meno leggi, insomma meno ore di lavoro
istituzionale a tutto vantaggio delle ore clientelari sul
territorio che hanno prodotto tanti signorotti delle
preferenze",
Ancora: mentre il presidente "metteva in ordine i conti
della Regione, riconosciuto dalle più importanti agenzie di
rating internazionali, mentre fronteggiavo il Covid nel modo più
efficace del Paese, mentre avviavo riforme organiche o programmi
strategici come la valorizzazione della civiltà nuragica in
chiave culturale e come volano per il rilancio delle zone
interne, i consiglieri si occupavano di 'spartirsi' i fondi
spezzettandoli in piazzette e marciapiedi, in sagre e
micro-associazioni".
Solinas a ruota libera nella lunga risposta: "Ogni volta che il
presidente mandava in Consiglio un disegno di legge organico,
generale e astratto, i capigruppo rispondevano sistematicamente:
'Quanto c'è per il Consiglio?'". Ovvero, "una 'tassa fissa' su
ogni legge che i consiglieri pretendevano per poter destinare
quote di risorse sui territori di elezione. Vogliamo dire
onestamente questa verità e dire che il presidente è diventato
antipatico perché non ha mai voluto partecipare a questo
gioco?".
Sul gruppo consiliare della passata legislatura precisa che
"tutti gli eletti provenivano da altri partiti o era la prima
volta che si candidavano nelle liste Psd'Az alle regionali ad
eccezione di Nanni Lancioni".
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