Sono soddisfatti i sindacati territoriali dell'ordine del giorno approvato questa mattina dal Consiglio regionale sulla vertenza Glencore, alla vigilia dell'incontro al Mimit (stasera alle 18). Per Emanuele Madeddu (Filctem Cgil) il via libera "è certamente un atto politico importante, dà sostegno alla riunione - sottolinea -. Nel dibattito è emerso in modo chiaro che c'è ancora la volontà e l'esigenza di produrre in Sardegna e di fare ancora industria. Questo rappresenta certamente un buon viatico, ma servono anche risposte su temi strutturali come per esempio l'energia".
"Il Consiglio regionale farà quadrato, anche perché ripete in continuazione che questa non è una vertenza con colori politici - evidenzia Vincenzo Lai (Femca Cisl) -, quindi siamo tutti uniti: sindaci, consiglio regionale, assessori e sindacati affinché la vertenza vada a buon fine". "Speriamo e crediamo che domani al governo si faccia chiarezza - auspica Lai -, visto che è presente la società Glencore, che si prenda una posizione affinché quegli impianti rimangano in marcia".
Anche Renato Tocco (Uiltec) apprezza che "tutti i consiglieri regionali di maggioranza e opposizione si sono espressi contro a che la Glencore abbandoni il sito industriale di Portovesme - ha spiegato al termine della seduta del Consiglio regionale cui ha assistito dalle tribune insieme ai colleghi -. Nell'incontro del 24 il governo deve prendere una posizione forte contro la Glencore, perché il Sulcis ha già pagato un caro prezzo in questi anni. Credo che dobbiamo fare di tutto, e il governo soprattutto deve fare di tutto, per impedire che la multinazionale lasci uno scempio nel nostro territorio".
Sindaci e lavoratori in sciopero arrivano in Consiglio regionale a Cagliari
Una ventina di sindaci del Sulcis e un centinaio di lavoratori degli stabilimenti Glencore di Portovesme e San Gavino hanno raggiunto Cagliari questa mattina per partecipare alla seduta del Consiglio regionale convocata per affrontare la vertenza Glencore, in vista dell'incontro previsto per domani alle 18 a Roma tra l'azienda, il ministro Urso con la sottosegretaria del Mimit Fausta Bergamotto e la ministra del Lavoro Marina Calderone.
Nelle tribune dedicate al pubblico nell'Aula del palazzo di via Roma una delegazione di sindacati e dipendenti - oggi in sciopero - che seguono gli interventi dei consiglieri sulla mozione 15 sulla "annunciata chiusura da parte della Portovesme Srl - Glencore della linea zinco e delle gravi conseguenze per i lavoratori e il territorio", a prima firma del presidente della commissione Industria e Attività produttive Antonio Solinas.
Tra i presenti anche il deputato di Fdi Gianni Lampis, rappresentante del Medio Campidano, che domani parteciperà all'incontro nella Capitale: "Glencore deve fare un passo indietro, ora ha buttato giù la maschera dopo anni di prese in giro, ha minacciato di fermare la linea zinco e questo significa che tutto ciò che ci è stato promesso in questi anni erano solo falsità - sostiene sollecitato dai giornalisti -: nessun piano di bilancio, la mancata volontà di sottoporre il progetto industriale e la valutazione di impatto ambientale, lo stabilimento di San Gavino già fermato da diverso tempo".
La critica principale che arriva dai banchi dei consiglieri e dalla mobilitazione del territorio è che la multinazionale in questi ultimi dieci anni ha ottenuto oltre 160 milioni di sovvenzioni pubbliche "e quindi oggi tenere poca produzione solo per non fare le bonifiche significa ancora prendere in giro la Sardegna, i lavoratori, ma soprattutto quella che è la debole economia della nostra terra"
La speranza a questo punto è che ci siano altri soggetti interessati alla produzione sarda che possano subentrare a Glencore: "Noi ce lo aspettiamo - sottolinea Emanuela Matta, consigliere pentastellato -. C'è necessità che ci sia un circolo virtuoso affinché le industrie o i cosiddetti stakeholders possano avvicinarsi e affinché ci sia terreno fertile per poter dare una certezza ai territori e ai lavoratori".
Si guarda con interesse ai movimenti che stanno riguardando il polo di Taranto: "La manifestazione di interesse che ha riguardato Ilva in questi giorni ha dimostrato come esistano multinazionali, ma anche aziende nazionali - sottolinea Lampis -, che sono interessate alla produzione strategica nazionale di piombo, di zinco, di alluminio, di acciaio. Di tutto ciò che può rappresentare l'affermazione di un'economia nazionale che oggi necessita di ripartire anche dalle nostre potenzialità e professionalità che in questi anni si sono affermate anche in Sardegna, nel polo industriale di Portovesme e nel presidio del Medio Campidano San Gavino-Morreale".
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