"Non è famoso come quelli di
Mozart o Verdi, ma i fini conoscitori apprezzano e mettono sullo
stesso livello il Requiem di Brahms". Così il maestro Giovanni
Andreoli, direttore del coro del Teatro Lirico di Cagliari,
grande protagonista ieri sera di un applaudito concerto, secondo
appuntamento con la stagione.
Un monumento sinfonico corale le cui sonorità hanno creato
emozione e pathos. L'ottima prova della compagine corale ha
ammaliato la platea con i toccanti accenti e coloriture di una
partitura tanto affascinante quanto poco eseguita. "Una pagina
ricercata e di forte impegno esecutivo - dichiara all'ANSA
Andreoli - richiede attenzione e concentrazione. Il coro ha
lavorato con tanto impegno e passione per prepararsi a questo
appuntamento".
Capolavoro della storia della musica, è stato proposto in una
felice esecuzione che ha affascinato accanto al pubblico più
colto e raffinato coloro che per la prima volta si sono
avvicinati all'opera del grande compositore tedesco. La cantata
funebre è stata proposta nella versione "londinese": senza
orchestra, con il coro, l'accompagnamento al pianoforte a
quattro mani e due voci soliste.
Applauditi Mayumi Ogawa e Andrea Mudu, il soprano Elena
Schirru e il baritono Antonino Giacobbe.
Non è la prima volta che Giovanni Andreoli affronta il
Requiem tedesco di Brahms, non solo nei grandi teatri italiani,
uno su tutti La Fenice di Venezia.
L'ultima esecuzione è stata a Lisbona. "È un'opera ricca di
bellezza. Brahms era anche uno straordinario pianista - osserva
il maestro - durante gli anni della mia formazione lavoravo
sulla sua tecnica, sulle sue partiture".
Scroscianti applausi hanno chiuso la serata. "Il pubblico
durante i concerti con quello che ci restituisce, ha un ruolo
importante - conclude Andreoli - è fondamentale la curiosità di
mettersi all'ascolto anche di opere rare, per coglierne tutta la
bellezza".
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