Un tavolo permanente sui livelli essenziali di prestazione che coinvolga le Regioni nella loro definizione, "per garantire una vera equità territoriale". E' la proposta di Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna, avanzata durante l'audizione della Commissione bicamerale per le Questioni regionali guidata dal presidente Francesco Silvestro, questa mattina in trasferta a Cagliari al Palazzo Regio, per la dodicesima tappa del ciclo.
"I lep sono l'unica vera misura dell'efficienza dello Stato nel garantire i diritti civili e sociali - ha sottolineato la governatrice -. Non possiamo accettare che, dopo oltre vent'anni dalla loro introduzione, siano ancora solo parole sulla carta". Per Todde, che ha promosso, seguita da altre quattro regioni, il ricorso alla Corte costituzionale contro la legge sull'autonomia differenziata targata Calderoli, i lep "devono tornare al centro dell'agenda politica nazionale. La loro definizione deve essere basata su reali fabbisogni standard, non su vecchi criteri che hanno già dimostrato di essere inadeguati".
La determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni "è fondamentale - ha ribadito la presidente - per assicurare che i cittadini della Sardegna abbiano gli stessi diritti di quelli di regioni più ricche. Diritti come l'accesso al lavoro, all'istruzione, alla salute e alla mobilità devono essere garantiti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale".
"La realtà che viviamo è aggravata da un modello di finanziamento basato su una 'spesa storica' che non risponde alle esigenze attuali dei territori - ha spiegato ancora Todde - Questo sistema non fa altro che cristallizzare le disuguaglianze, lasciando regioni come la nostra sempre più indietro. Non si può più accettare che la definizione dei lep venga utilizzata solo come uno strumento per favorire l'autonomia differenziata di alcune regioni a discapito di altre". "Un milione e 300mila cittadini - ha ricordato la governatrice sarda - hanno già firmato contro questo progetto, e 4 Regioni hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale. Dobbiamo ascoltare queste voci".
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