"Rendere la professione del
medico di medicina generale nuovamente attrattiva per i giovani,
non soltanto prevedendo incentivi economici, ma anche rinnovando
i corsi e le materie di studio. In Europa i corsi di
specializzazione si fanno e possono essere seguiti part time:
quella è la direzione da seguire". Anche perché "le liste
d'attesa non possono essere abbattute ma vanno governate a
partire dal territorio". Lo ha spiegato l'assessore della Sanità
Armando Bartolazzi, durante il suo intervento ai lavori
d'apertura dell'82/o congresso nazionale della Federazione
Italiana dei Medici di Medicina Generale (Fimmg) in programma a
Villasimius fino al 12 ottobre.
Bartolazzi ha parlato del ruolo cruciale dei medici di
medicina generale e ha rilanciato una visione fortemente
improntata sulle competenze e la specializzazione, necessaria
premessa per un modello territoriale integrato, multilivello e
sinergico. "La Sardegna è una regione molto complessa dal punto
di vista orografico e con una demografia via via sempre più
dispersa all'interno dei territori - ha chiarito l'esponente
della giunta regionale -. Questo dato strutturale va ad
intrecciarsi con l'evoluzione della professione medica e delle
relative risposte di cura verso i pazienti. Oggi la medicina
utilizza sempre più i Big Data e la tecnologia, intrecciando
biologia e statistica e sfruttando le potenzialità del
digitale".
La strada comune, tracciata durante i lavori, è quella che
prevede l'aumento dell'intensità diagnostica e assistenziale
dello studio di medicina generale in termini di prevenzione e
presa in carico della complessità, prevenendo gli accessi ai
servizi distrettuali ed ospedalieri di primo e secondo livello,
e alleggerendo i carichi del Pronto soccorso. "Un medico di
famiglia deve poter prendere in carico il proprio assistito
offrendo test diagnostici rapidi, elettrocardiogramma,
ecografie, radiografie. Solo così riusciremo a rilanciare il
ruolo del medico di medicina generale", ha concluso l'assessore.
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