Sono 39.556 le imprese sarde a
conduzione femminile, il 23,2% del totale delle attività
produttive che operano nell'Isola. Di queste 6.060 sono imprese
artigiane. Nel complesso spicca il dato di 669 realtà femminili
che si occupano di attività digitali. E' quanto emerge dal
dossier "Donne imprenditrici artigiane", realizzato dall'Ufficio
studi di Confartigianato Imprese Sardegna su dati Istat e
Movimprese tra il 2018 e 2023.
L'Isola occupa il 13° posto tra le regioni con l'incidenza
più elevata di donne imprenditrici. La classifica vede al primo
posto il Friuli con il 24,5%, seguito dalle Marche con il 22,8%,
ultima la Sicilia con il 9,9%.
Tra il 2018 e 2023, il totale delle donne imprenditrici sarde
è cresciuto del 2,6%, ovvero di 987 unità, mentre quelle
artigiane hanno visto un incremento positivo del 2,7%,
equivalente a 166 realtà. Tra il 2022 e 2023, lieve decremento
per il totale imprese donne (-90 unità equivalenti a un calo
dello 0,2%) mentre, sempre nello stesso periodo, aumento per le
artigiane (+66 ovvero +1,1%).
Le imprese femminili giovanili sono 4.008, di cui 696
artigiane, quelle condotte da straniere sono 2.838, di cui 351
artigiane. A livello territoriale, a Cagliari operano 16.077
imprese femminili, di cui 2.480 artigiane, a Sassari e in
Gallura 12.812 ( 2.131 artigiane), a Nuoro 7.556 (1.080
artigiane) e a Oristano 3.111 ( 348 artigiane).
"L'imprenditoria femminile artigiana in Sardegna mostra segni di
crescita, nonostante questo, però, sono necessari ulteriori
sforzi per affrontare le disparità di genere nel mercato del
lavoro e promuovere una maggiore partecipazione delle donne
nell'economia regionale - spiega Norella Orrù, imprenditrice di
Carbonia e dirigente di Confartigianato Donne Impresa Sardegna -
L'emancipazione femminile ha bisogno di politiche per combattere
le disuguaglianze di genere e di maggiori risorse a sostegno
della conciliazione vita-lavoro per aumentare la partecipazione
delle donne al mondo della produzione".
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