Una riunione tra il ministro Adolfo Urso, la presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, e la sottosegretaria con delega alle crisi d'impresa, Fausta Bergamotto, sulla vertenza della Portovesme srl è in programma oggi, martedì 22 ottobre, a Palazzo Piacentini. L'incontro è stato convocato nei giorni scorsi da Urso in seguito a quanto deciso nel corso dell'ultima riunione del tavolo sulla vertenza ed è finalizzato a coordinare l'azione istituzionale del Mimit e della Regione Sardegna in vista del prossimo vertice al Ministero, che si terrà con l'azienda e le parti sociali.
La Cgil incalza il Governo
Riconvocare il tavolo sulla Portovesme srl a Roma ma la Regione deve portare avanti "le dovute interlocuzioni" per una nuova riunione "nella quale richiamare Glencore alle proprie responsabilità nei confronti del territorio, della Sardegna e dell'intero Paese". Lo chiede, in una nota, il segretario della Cgil Sardegna, Fausto Durante, sottolineando che "il ministro Urso, anche nell'audizione che ha svolto alla Commissione parlamentare Attività Produttive, ha richiamato l'attenzione soltanto sul cosiddetto progetto litio mentre al tavolo con i sindacati, la Regione e i vertici della stessa azienda, aveva condiviso la necessità che non vengano in alcun caso smantellate le produzioni attuali".
"Sono passati più di dieci giorni dall'incontro che il ministero per le imprese e il made in Italy ha svolto a Roma con i vertici della Glencore per discutere del cosiddetto progetto litio e nessuna informazione è trapelata sui contenuti della riunione, né lo stesso governo ha ritenuto, fino a oggi, di convocare un confronto per dar conto dello stato della vertenza e dei rapporti con la multinazionale", spiega il leader sindacale sardo.
Per la Cgil, la Glencore deve proseguire con le attività della linea zinco e riprendere quella del piombo, entrambe produzioni considerate dallo stesso governo nazionale strategiche per il Paese: "Non accettiamo che vengano smantellate in attesa di ipotesi fumose di progetti alternativi - ribadisce Durante - occorre garantire il mantenimento dei livelli occupazionali del sito di Portovesme, con i suoi 1.200 lavoratori e lavoratrici diretti e degli appalti. Il governo nazionale non può cedere ai diktat di una multinazionale che decide di abbandonare l'Italia delocalizzando in altri Stati europei attività svolte, per decenni e con grande profitto, nel sito del Sulcis Iglesiente". Nel frattempo sui social inizia a farsi strada l'hashtag save_portovesme.srl_workers dopo l'apertura di un profilo su Instagram.
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