Nel segno del belcanto parte tra
scroscianti applausi la stagione operistica del Lirico di
Cagliari. Dopo 43 anni, grande rientro di un caposaldo del
melodramma italiano: Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea. Di
prim'ordine il cast, dove spicca l'intensa ed espressiva voce,
come l'interpretazione scenica e drammatica del soprano Fiorenza
Cedolins, protagonista di una prova encomiabile.
Un'interpretazione attesa quella del soprano friulano, che
ancora una volta incarna la grande attrice francese, la cui
prematura fine è avvolta nel mistero. Per lei applausi a scena
aperta e numerosi "brava". "Ritornare alle scene con Adriana,
uno dei grandi personaggi che più amo dopo trent'anni di
carriera, insieme a Butterfly, Tosca, Norma, Aida, Leonora,
Mimì, è un grande privilegio", ha detto l'artista, vincitrice
nel 1995 del concorso "Pavarotti International", premio Abbiati
della critica italiana che l'ha definita soprano simbolo della
tradizione rinnovata del belcanto italiano.
Grande performance, accompagnata, da calorosi applausi, anche
per il mezzosoprano Anastasia Boldyreva (La principessa di
Bouillon). Le due figure femminili, col loro talento e tecnica
vocale, dominano la scena. Buona prova anche per il tenore Marco
Berti, (Maurizio, conte di Sassonia). Completano il cast
principale Abramo Rosalen, Saverio Pugliese, Enrico Marrucci.
È firmato per la regia da Mario Pontiggia il nuovo
allestimento in stile tradizionale. La regia rende omaggio alla
"divina" Sarah Bernhardt e alle grandi artiste che hanno
illuminato con il loro fascino e il loro talento le scene
europee tra '800 e '900. Un gioco di trasparenze trasporta il
pubblico nel caleidoscopio della trama. L'opera racconta gli
intrighi amorosi, la rivalità tra la protagonista e la
principessa di Bouillon, entrambe innamorate del conte di
Sassonia, ma anche tra le due attrici di punta della scena
francese, Adriana Lecouvreur e mademoiselle Duclos. Il gioco
metateatrale è insito già nell'opera che si apre con la recita
di una tragedia di Racine e si chiude con Adriana morente,
avvelenata dalla rivale in amore, che immagina di essere in
teatro.
Ha diretto il coro, preparato da Giovanni Andreoli, e
l'orchestra del Lirico la mano esperta di Fabrizio Maria
Carminati. A impreziosire l'opera i costumi firmati da Marco
Nateri e le coreografie di Luigia Frattaroli, luci di Andrea
Ledda, scene di Antonella Conte.
Ci sono altre sette repliche per godere del capolavoro di
Cilea, fino al 3 novembre.
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