Il Pd ha chiaro l'obiettivo e soprattutto la priorità: nelle prossime settimane si dovrà mettere mano organicamente alle disastrose condizioni della sanità sarda. È la linea emersa dalla riunione della direzione regionale dei dem che si è svolta ieri sera a Oristano. "Calendarizzare la sanità subito è la priorità, anche per l'impegno preso in campagna elettorale", chiarisce Carla Fundoni, presidente della Sesta commissione, Sanità, del Consiglio regionale, all'ANSA riassumendo l'esito dell'incontro.
E lo rafforza il vice presidente del Pd e della giunta regionale, oltre che assessore del Bilancio, Giuseppe Meloni: "Accelerare sulla sanità è una scelta dolorosa - dice all'ANSA -, però necessaria, sacrifichiamo i tempi della manovra, che però non siano troppo dilatati, e andiamo verso l'esercizio provvisorio purché si affronti in fretta questo disastro". Nessuno schema definito di ridefinizione delle Asl, solo il punto di partenza: "Una road map di azioni che parte dalla ricostruzione di un territorio che è stato frastagliato e ridotto rispetto ai servizi", spiega Fundoni. In sintesi, priorità alla sanità territoriale: "Se non rimettiamo a posto i territori, i grandi hub sanitari continueranno a implodere per overbooking di richieste di prestazioni".
La tesi sullo sfondo, ancora da mettere su carta, è che le Asl restino come sono, ma con aggregazioni di quelle più piccole solo per specifiche funzioni, per esempio sulla committenza. Di certo non si deve parlare di "riforma o contro riforma della sanità" tengono a precisare entrambi gli esponenti di peso dei dem sardi. "Dobbiamo semplicemente organizzare o riorganizzare al meglio quello che abbiamo per garantire agli operatori di lavorare in tranquillità e ai pazienti di avere i servizi", sintetizza la presidente della commissione.
Si prevederanno anche sostituzioni ai vertici delle aziende, "ma non è un problema di spoil system - chiarisce -, perché se non si riorganizza un sistema possiamo anche mettere i migliori manager del mondo, ma non funzionerà". "Se il commissariamento ci sarà dovrà rientrare nell'abito di una riorganizzazione che non deve essere di facciata - aggiunge Meloni -. Non si può pensare che sostituendo solo i nomi dei commissari abbiamo risolto il problema".
Ed è anche la tesi a difesa dell'assessore Armando Bartolazzi: all'indomani della mozione di sfiducia chiesta dall'opposizione il Pd fa quadrato sull'assessore romano, dall'inizio oggetto di polemiche. "Respingiamo al mittente le strumentalizzazioni del centrodestra - evidenzia Meloni -. Non si può pensare che sostituendo una figura si risolvano i problemi, è troppo riduttivo". "Dopo pochi mesi chiedere la sfiducia dell'assessore è pretestuoso", aggiunge la presidente della Sesta commissione.
Ora il Pd condividerà le sue proposte con la presidente Todde e il resto della maggioranza per avviare subito il lavoro in commissione: "Il Pd, anche se non ha la titolarità dell'assessorato, nell'interesse della coalizione vuole giocare un ruolo da protagonista perché ha idee e persone che sono in condizione di fare delle proposte valide e accoglibili", precisa il vice presidente dei dem sardi Giuseppe Meloni. Durante la direzione si è accennato anche il tema delle dimissioni del segretario Piero Comandini, già previste dopo l'elezione a capo dell'Assemblea sarda. Comandini ha aperto "con ampia disponibilità" una nuova fase verso il cambio ai vertici che avverrà attraverso "un percorso condiviso" che ha preso il via ieri.
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