Troppa paura nel primo tempo. E questa volta la voglia di rimettere in piedi la partita non basta per strappare il pareggio alla Juventus. Una sconfitta con la quarta forza del campionato, per giunta solo di misura, non è un dramma. Ma il Cagliari ha qualcosa da rimproverarsi: nella prima mezz'ora la palla è uscita dalla sua metà campo solo per lanci lunghi per Piccoli. Possesso palla, costruzione del gioco e azioni gol zero: solo dominio bianconero. E infatti anche il gol che ha deciso la partita è stata una rete confezionata dal terrore di provare a giocare la palla. La pressione della Juventus era fortissima, ma il passaggio all'indietro sbagliato di Adopo è un po' l'emblema di un Cagliari che non riusciva a organizzare un'uscita pulita.
Il primo tempo sarebbe potuto essere ancora più disastroso: i rossoblù ringraziano Coincecao, Yidliz e soprattutto Caprile.
Cagliari meglio nella ripresa con un assalto generoso, ma caotico. Fatto di accelerazioni del ritrovato Luvumbo e di cross. La Juve ha sofferto, ma ha resistito.
Ora la classifica è cambiata: di questa giornata il Cagliari salva le sconfitte di Lecce ed Empoli. Ma deve fare i conti con le vittorie di Parma (da meno cinque a meno due) e Verona (sorpasso). La distanza dalla zona calda è di quattro punti.
Nicola, esperto di salvezze, è realista: "Non so se sono esperto, sicuramente ho lottato spesso per quell'obiettivo - ha detto a fine gara - Io cerco di inculcare una determinata proposta di calcio ai ragazzi, quest'anno la quota è alta e tutti possono fare risultato contro chiunque, la forbice è sottile tra una squadra e l'altra e nessuno può dirsi tranquillo o spacciato. Oggi abbiamo costruito la partita che dovevamo fare, peccato per il gol subìto in quel modo".
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