"Cresco ogni volta che vengo a
Siracusa, la città mi accoglie, mi sento a casa. Il premio ha
delle difficoltà che percepisco, mi riferisco all'aspetto
economico e allo sforzo degli organizzatori, alla fine sono
pochissime persone che ci lavorano e quindi ringrazio questa
gente che lavora in modo solido". Per Stefano Vittorini anche la
XXIII edizione della rassegna intitolata al nonno, il grande
scrittore e critico letterario Elio Vittorini, è stata un
successo grazie all'impegno costante dell'Associazione
Vittorini-Quasimodo e al contributo del Comune di Siracusa, che
cinque anni fa ha riportato in auge il Premio. A vincere
l'edizione appena conclusa, con la consegna del riconoscimento
finale, è stata la magistrata scrittrice Simona Lo Iacono con
Virdimura (Guanda editrice).
Come ogni anno Stefano Vittorini, che fa il penalista a
Milano ed è socio onorario dell'Associazione assieme ad
Alessandro Quasimodo, Tommaso Vittorini e Anna Steiner, è stato
a Siracusa per la settimana vittoriniana e la cerimonia finale
di consegna del Premio letterario nazionale Elio Vittorini. "Ho
imparato in questa edizione che le opere, quest'anno sono state
34, arrivano ad aprile e devono essere lette in due mesi e
selezionate: credo sia difficilissimo", dice Stefano Vittorini
conversando con l'ANSA. Per la ricorrenza dei 60 anni dalla
morte dello scrittore (1966), che sarà celebrata tra due anni,
si sta ragionando su tante iniziative, ma già l'edizione di
avvicinamento dell'anno prossimo, potrebbe essere l'occasione
per altre Istituzioni e Fondazioni pubbliche di affiancare il
Comune di Siracusa per valorizzare ancora di più il Premio Elio
Vittorini.
"Secondo me l'anno prossimo avremo delle sorprese - afferma
il nipote del grande scrittore che polemizzò con il leader del
Pci Palmiro Togliatti -. Credo stia cambiando molto la tecnica
della narrazione. I tre libri finalisti di quest'anno sono tutti
molto nuovi, profondamente diversi per l'idea che c'è sotto, per
la struttura narrativa e il messaggio. Credo che questo sia
l'inizio di un nuovo modo di scrivere, di fare letteratura
moderna, quindi ci sarà forse qualcosa di più sperimentale". In
perfetta sintonia, ragiona Stefano Vittorini, con il messaggio
di Elio, "sempre attuale". "Tutti ricordiamo quella fase in cui
lui diceva che la letteratura non dove essere consolatoria, ci
vuole qualcosa di costruttivo, di produttivo - aggiunge
Vittorini - Questo messaggio mi sembra più attuale di allora,
oggi abbiamo il dovere di portarlo avanti. Questo personaggio se
n'è andato troppo presto. Sarebbe stato interessante vedere dopo
il '68 cosa poteva tirare fuori e poi anche negli anni Settanta,
quando ci sono state delle trasformazioni profondissime, una
persona come lui, un 'liberalone', poteva darci qualcosa".
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