Per il presidente della Regione
siciliana, Renato Schifani, i costi degli svantaggi derivanti
dall'insularità "le quantificazioni possono variare, i parametri
essere integrati e ponderati, ma ciò che occorre definire, e la
mia Regione offre ogni supporto che possa esser ritenuto utile,
è una tempestiva e puntuale stima dei costi degli svantaggi
derivanti dall'insularità, concordata con il Governocentrale,
che consenta di intervenire sulle diverse funzioni. E ciò ancor
più in una fase rilevante come si prospetta quella attuativa del
regionalismo differenziato". E nella relazione che ha consegnato
alla commissione bicamerale per l'insularità, presieduta dal
deputato Tommaso Calderone, Schifani ha citato l'esempio
dell'energia e in particolare le rinnovabili come caso
"emblematico dell'ancora inadeguato livello di considerazione
del principio di coesione insulare".
I costi energetici nelle Isole, come noto, sono più elevati
che nell'Italia continentale e ciò aggrava ulteriormente,
rispetto agli elementi di penalizzazione che scaturiscono
dall'insularità, il divario e lo svantaggio competitivo per
imprese e professionisti - ha detto Schifani - Il paradosso è
poi rappresentato dalla circostanza che lo sforzo che viene
richiesto alle due Isole maggiori in termini di contributo
energetico rinnovabile è maggiore in proporzione alle altre
Regioni italiane, con conseguente maggior consumo di suolo ed
incidenza sull'agricoltura ed il paesaggio". E ha ricordato che
il dl energia del 2023 ha istituito un fondo per Regioni e
Province autonome da 200 milioni l'anno fino al 2032 per misure
di compensazione e riequilibrio ambientale e territoriale a
fronte dell'installazione di impianti rinnovabili in aree
idonee. "Tale fondo, che in sede di conversione è stato
ulteriormente modificato in ordine alla strutturazione, finalità
e modalità di assegnazione, ed attende ancora la ripartizione,
peraltro connessa alla
determinazione delle aree idonee", ha chiosato.
"Il principio di coesione insulare, sebbene introdotto in
Costituzione con ampia condivisione, rischia di rimanere quindi
sostanzialmente atrofizzato
senza tradursi in conseguenze concrete nella legislazione, nei
piani e programmi, innescando il pericolo di divenire ulteriore
elemento che perpetua lo stato di svilimento e degrado che
attanaglia l'autonomia - ha concluso -.
C'è un complesso negoziato da svolgere, consapevoli che le
risorse sono limitate e che occorre mantenere la solidarietà tra
i territori e la competitività
dell'Italia".
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