Una prima nazionale il 22 ottobre
al Teatro Massimo di Palermo con "Elisabetta, regina
d'Inghilterra" di Gioachino Rossini. Successo e gradimento
unanime, applausi anche a scena aperta. Da 53 anni mancava dal
palcoscenico palermitano e in genere non è un'opera che si
esegue spesso. E con tutta evidenza non mancano le ragioni, non
è certo il miglior Rossini. Ma questa volta il Rossini Opera
Festival che coproduce lo spettacolo con il Teatro Massimo hanno
trovato il regista capace di far resuscitare qualunque opera:
Davide Livermore. Ed ecco che l'invenzione è servita, con il suo
meraviglioso staff il regista torinese può fare quel che vuole,
dilatare un'opera nel tempo e nello spazio, disegnare il
palcoscenico per omaggiare l'autore e il teatro stesso.
Ieri sera lo spazio rappresentava un salotto con mobili e
divani, total white, e in bilico, obliqui, perché quando si
parla di potere, di una Corona, tutto è in bilico, tristemente
precario. Che ci sia una guerra, che si sia sotto le bombe o
sorvolati da aerei, anche in tempi di pace il potere è sempre in
bilico. Tutto può sparire come spazzato dal vento, ed ecco il
simbolo stesso di Elisabetta, il cervo, animale nobile e
solitario, che ogni giorno rischia la vita. La regina è sola per
definizione, che si tratti della prima o della seconda
Elisabetta, la solitudine è ciò che la definisce e accompagna i
suoi giorni.
La scena cangiante, elegante e bellissima di Giò Forma, si
accompagna ai videodesign di D-Wok che più volte abbiamo
apprezzato, e alle luci di Nicolas Bovey, che rendono conto
dello stato d'animo dei personaggi. Strepitosi sono i costumi
del pluripremiato Gianluca Falaschi, il coro alla sua entrata
sembra quasi una sfilata di Balenciaga. Tutto questo ha fatto
uno spettacolo di successo insieme alla direzione di Antonino
Fogliani, gesto misurato e preciso e gli interpreti dalla bella
regina, Nino Machaidze, grande agilità per la impervia tessitura
che Rossini scrisse per tutte le voci femminili dell'opera.
Ottima prova per la Matilde di Salome Jicia, il Leicester di
Enea Scala e l'emozionato Norfolc di Ruzil Gatin che ha
recuperato. Bellissimo il concertato che chiude il primo atto e
i duetti dove compare il vero Rossini.
Si replica fino al 29 ottobre.
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