Il sindaco di Aci Sant'Antonio,
Quintino Rocca, ha fatto affiggere negli spazi preposti del
paese del Catanese il "Manifesto della razza" del '38, in una
doppia versione: una integrale e l'altra squarciata dalle parole
di Liliana Segre: "Quello che conta in una persona non è che sia
ebrea o cattolica, ma che sia degna di rispetto. E sono convinta
che non esistano le razze, ma i razzisti".
"Si tratta di una provocazione - ha spiegato il sindaco - per
rendere chiaro che il razzismo e il fascismo non furono
fantascienza: quelle mostruosità sono accadute davvero, e sono
accadute in Italia. La tendenza ad annacquare la storia tende a
prendere piede con forza sempre maggiore e per questo la memoria
va tenuta in piedi anche con gesti che facciano rumore.
Riportiamo oggi il Manifesto sotto gli occhi della gente per
rendere chiaro cosa era diventato questo Paese, e abbiamo deciso
di proporlo sia nella versione (per così dire) originale, sia in
una versione strappata e avversata dalle parole di una
grande donna del nostro tempo, che ha combattuto e battuto il
fascismo, cioè Liliana Segre".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA