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"È la stampa bellezza", cinema e giornalismo nell'ultimo secolo

"È la stampa bellezza", cinema e giornalismo nell'ultimo secolo

In libro di Scinardo analisi del binomio cronaca e immaginario

PALERMO, 25 gennaio 2025, 14:41

Redazione ANSA

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(di Giovanni Franco) "È la stampa bellezza e tu non ci puoi far niente". La frase pronunciata da Humphrey Bogart, nella parte del Ed Hutchinson, incrollabile caporedattore in "L'ultima minaccia" diretto da Richard Brooks nel 1952, mentre la rotativa si mette in moto imprimendo in modo inesorabile l'inchiostro sulla carta, è forse il più grande omaggio che il cinema abbia fatto al giornalismo. Quando nelle redazioni il suono del ticchettio delle macchine da scrivere era una sinfonia intonata dai cronisti a lavoro per scrivere gli articoli da mandare in tipografia, dove il quotidiano si componeva con le singole lettere di piombo che il proto prelevava a grande velocità da un contenitore, diviso in singole caselle per ordine alfabetico.
    Erano altri tempi la cui storia è raccontata da Ivan Scinardo nel libro Cinema#giornalismo. Immaginario e narrazione (40due edizioni, 352 pagine, 20 euro).
    "Questo saggio rappresenta una vera e propria bussola per chi vuole conoscere il vasto panorama di film che, in un secolo di storia, hanno visto protagonisti giornalisti, editori, comunicatori in genere. Duecentocinquanta titoli, costituiscono la filmografia di riferimento, con la citazione di oltre 800 nomi di registi, attori, sceneggiatori, giornalisti: rimangono da censire tanti film minori e chissà potrebbero trovare posto in una prosecuzione di questo lavoro. Le schede illustrate privilegiano un taglio narrativo", afferma Scinardo, giornalista professionista e direttore della sede siciliana del centro sperimentale di cinematografia. Sfogliando le pagine della pubblicazione scorrono, come in una sequenza cinematografica in maniera diacronica, le varie schede delle pellicole dal 1914 al 2020.
    Dal famoso Quarto Potere al più recente The Post, sino a Tutti gli uomini del presidente a The French Dispatch ad Avvenne domani del 1946, diretto da René Clair, con Dick Powell e Linda Darnell che racconta la storia immaginaria di un cronista senza fortuna che riceve da un vecchio archivista del giornale le notizie del giorno dopo. Riesce così a salvare la donna che ama da un incidente, ma viene posto davanti una difficile scelta quando legge la notizia della propria morte.
    E ancora nel libro analisi e trame di tante altre pellicole di denuncia sociale e contro le mafie e la corruzione. Con la mente rivolta alle parole pronunciate oggi da Papa Francesco, nel discorso per l'incontro in Sala Nervi con i partecipanti al Giubileo del Mondo della Comunicazione: "Quando raccontate il male, lasciate spazio alla possibilità di ricucire ciò che è strappato, al dinamismo di bene che può riparare ciò che è rotto. Seminate interrogativi", ha suggerito il Pontefice.
    "L'uno e l'altro mondo, il cinema e il giornalismo si ritrovano oggi perfino nella stessa piattaforma - scrive nella prefazione al volume Pietrangelo Buttafuoco - quella del web audiovisivo e le tecniche, lo storytelling e il dramma rappresentano solo l'impasto di una partita degna di Giano, il dio delle due facce: da un lato la vita come va, dall'altro come la si trasfigura".
    Un'analisi quella contenuta in questo volume che ora l'autore sta già aggiornando con altri titoli. "E' la cronaca bellezza".
   
   

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