(di Giovanni Franco)
"È la stampa bellezza e tu non ci
puoi far niente". La frase pronunciata da Humphrey Bogart, nella
parte del Ed Hutchinson, incrollabile caporedattore in "L'ultima
minaccia" diretto da Richard Brooks nel 1952, mentre la rotativa
si mette in moto imprimendo in modo inesorabile l'inchiostro
sulla carta, è forse il più grande omaggio che il cinema abbia
fatto al giornalismo. Quando nelle redazioni il suono del
ticchettio delle macchine da scrivere era una sinfonia intonata
dai cronisti a lavoro per scrivere gli articoli da mandare in
tipografia, dove il quotidiano si componeva con le singole
lettere di piombo che il proto prelevava a grande velocità da un
contenitore, diviso in singole caselle per ordine alfabetico.
Erano altri tempi la cui storia è raccontata da Ivan Scinardo
nel libro Cinema#giornalismo. Immaginario e narrazione (40due
edizioni, 352 pagine, 20 euro).
"Questo saggio rappresenta una vera e propria bussola per chi
vuole conoscere il vasto panorama di film che, in un secolo di
storia, hanno visto protagonisti giornalisti, editori,
comunicatori in genere. Duecentocinquanta titoli, costituiscono
la filmografia di riferimento, con la citazione di oltre 800
nomi di registi, attori, sceneggiatori, giornalisti: rimangono
da censire tanti film minori e chissà potrebbero trovare posto
in una prosecuzione di questo lavoro. Le schede illustrate
privilegiano un taglio narrativo", afferma Scinardo, giornalista
professionista e direttore della sede siciliana del centro
sperimentale di cinematografia. Sfogliando le pagine della
pubblicazione scorrono, come in una sequenza cinematografica in
maniera diacronica, le varie schede delle pellicole dal 1914 al
2020.
Dal famoso Quarto Potere al più recente The Post, sino a Tutti
gli uomini del presidente a The French Dispatch ad Avvenne
domani del 1946, diretto da René Clair, con Dick Powell e Linda
Darnell che racconta la storia immaginaria di un cronista senza
fortuna che riceve da un vecchio archivista del giornale le
notizie del giorno dopo. Riesce così a salvare la donna che ama
da un incidente, ma viene posto davanti una difficile scelta
quando legge la notizia della propria morte.
E ancora nel libro analisi e trame di tante altre pellicole di
denuncia sociale e contro le mafie e la corruzione. Con la mente
rivolta alle parole pronunciate oggi da Papa Francesco, nel
discorso per l'incontro in Sala Nervi con i partecipanti al
Giubileo del Mondo della Comunicazione: "Quando raccontate il
male, lasciate spazio alla possibilità di ricucire ciò che è
strappato, al dinamismo di bene che può riparare ciò che è
rotto. Seminate interrogativi", ha suggerito il Pontefice.
"L'uno e l'altro mondo, il cinema e il giornalismo si ritrovano
oggi perfino nella stessa piattaforma - scrive nella prefazione
al volume Pietrangelo Buttafuoco - quella del web audiovisivo e
le tecniche, lo storytelling e il dramma rappresentano solo
l'impasto di una partita degna di Giano, il dio delle due facce:
da un lato la vita come va, dall'altro come la si trasfigura".
Un'analisi quella contenuta in questo volume che ora l'autore
sta già aggiornando con altri titoli. "E' la cronaca bellezza".
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