(di Salvo Ricco)
La Salerno packaging, azienda
palermitana leader nella produzione di lattine in metallo per
l'industria ittica, alimentare e cosmetica, scommette sui fondi
strutturali per differenziare la produzione, incrementare la
capacità produttiva, migliorare l'efficienza dei processi, la
competitività dei prodotti e, allo stesso tempo, ridurne
l'impatto ambientale. L'azienda fondata nel 1903, che vede
saldamente al timone Antonino Salerno e i figli Giorgio e
Filippo, ha già attinto ai fondi europei attraverso la misura
"Obiettivo operativo 5.1.1 Po Fesr 2007/2013", con un
finanziamento di 337 mila euro.
"Siamo stati tra i partecipanti di un cluster di circa 42
aziende che hanno presentato progetti per un piano di filiera,
ognuno con la propria parte, volta allo sviluppo di nuovi
prodotti e all'implementazione di nuovi macchinari, per
migliorare la produzione - dice Giorgio Salerno, membro del
board della Salerno Packaging - Grazie ai fondi siamo riusciti a
portare a termine studi di settore, trovato mercati di nostro
interesse, con l'obiettivo di migliorare il sistema produttivo e
rendendolo più flessibile".
Lo stabilimento di Palermo si estende su una superficie di 15
mila metri quadrati ed è attrezzato con sei linee per la
produzione di scatole tre pezzi, dieci linee per la produzione
di coperchi e una linea per la produzione di scatole due pezzi.
Con l'ultimo progetto da 3,3 milioni di euro, l'azienda ha
potuto partecipare al finanziamento di circa il 45 per cento,
circa un milione e mezzo di euro, attraverso i fondi del Fesr
Sicilia 2014/2020.
"Un progetto importate - continua Salerno junior - le cui
finalità sono quelle di rendere più efficienti i macchinari e il
ciclo produttivo, in termini di fabbisogni di risorse: riduzioni
degli spessori delle lattine, riduzione del carico energetico e
implementazione di nuovi prodotti. Attraverso questo bando,
abbiamo comprato diversi macchinari che ci hanno consentito di
aumentare la velocità di produzione e di effettuare nuove
lavorazioni".
La Salerno Packaging ha aperto a Milano, centro del loro
mercato, una piattaforma per la grafica che va in stampa sulle
lattine."La gestione è totalmente informatica - dice il
presidente Antonino Salerno - elaboriamo il file del cliente e
lo mandiamo in stampa, mentre prima era tutto fatto manualmente
e servivano quattro persone per la gestione. E' stata una scelta
sofferta spostare la sede, ma è stato anche un passo importante,
perché ci ha permesso di avere più spazio nello stabilimento
palermitano per i macchinari delle linee di produzione".
Come in tutte le aziende, in questo periodo il peso
dell'aumento dell'energia si fa sentire. "Sul nostro prodotto,
l'incidenza dell'energia sull'assemblaggio è limitata. La
litografia, invece, è un processo energivoro - continua Salerno
- anche sul versante del reperimento delle materie prime, al
netto degli aumenti dei costi e del conflitto tra Russia e
Ucraina, abbiamo avuto meno problemi rispetto al periodo
caratterizzato dal Covid".Proprio sull'energia, "c'è già pronto
il progetto per mettere in esercizio un impianto fotovoltaico in
grado di produrre circa il 70 per cento del fabbisogno
energetico. "Siamo in attesa di avere il finanziamento - dicono
dall'azienda - In questo caso, sfrutteremo il credito
d'imposta".Sulla salvaguardia dell'ambiente, poi, c'è il
progetto per la riduzione dello spessore del foglio d'acciaio
stagnato e dall'economia circolare con il riciclo delle
lattine."La riduzione dello spessore della lamina d'acciaio che
compone la scatola è un beneficio per tutta la filiera - dice
Filippo Salerno - perché hai meno materiale da smaltire. Nel
nostro settore, è forse il più importante avanzamento
tecnologico dopo la saldatura elettrica avuta alla fine degli
anni '70 - dice il manager - Le performance delle linee,
infatti, sono aumentate. Infine, la diminuzione dello spessore
consente di muovere più merce, nel caso di fogli litografati,
con un solo mezzo".
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