L'approccio medico al dolore
cronico è il tema del convegno internazionale, il 'Mediterranean
Pain Forum', che per due giorni vedrà all'hotel Costa Verde di
Cefalù (Palermo), venerdì e sabato prossimi, la partecipazione
di esperti provenienti da diversi paesi europei, Stati Uniti e
Emirati Arabi. Verranno presentati i più recenti studi per la
cura del dolore cronico, i principali trattamenti
interventistici mininvasivi e le possibili complicanze. La
direzione scientifica del congresso è curata da Giuliano Lo
Bianco, responsabile dell'unità di analgesia e chirurgia
percutanea della Fondazione Giglio, e da Simon J. Thomson,
responsabile clinico del dolore e della neuromodulazione del
'Mse Nhsft' di Londra. "Sono sempre più gli italiani a soffrire
di dolore cronico oggi considerato 'una malattia nella malattia'
con caratteristiche che variano da soggetto in soggetto - spiega
in una nota la Fondazione Giglio - Caratteristica essenziale è
il suo perdurare nel tempo dopo la risoluzione della causa. Il
venir meno del rapporto di causa/effetto caratterizza, invece,
il dolore acuto e quello persistente". Tra gli specialisti
internazionali coinvolti, il professor Miles Day del Texas,
Agnes Stogicza di Budapest, Rafael Blanco degli Emirati Arabi,
Georgios Matis di Colonia, Sadiq Bhayani di Abu Dhabi, Sean Li
di Shrewsbury (Stati Uniti), Armando Barbosa del Portogallo.
Diversi anche gli italiani, specializzati in vari discipline,
che si alterneranno nei vari panel. "L'approccio alla cura del
dolore cronico è cambiato - sottolinea Lo Bianco - così come il
trattamento della patologia primitiva richiede l'intervento
dello specialista, anche il dolore nella sua complessità
necessita dell'intervento dello specialista in terapia del
dolore, il quale non solo deve saper correlarlo ad una corretta
diagnosi, ma anche somministrare farmaci analgesici appropriati
compresi gli oppiacei, eseguire trattamenti interventistici
mininvasivi e gestire il paziente anche dal punto di vista
psicologico, coadiuvando la terapia e favorendo l'integrazione
sociale. La scienza medica - prosegue Lo Bianco - ci viene
incontro, proponendo, oltre ai farmaci, tecniche sempre nuove
come la neurorimodulazione nervosa elettrica (radiofrequenza) o
la neurostimolazione midollare".
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