I dati recentemente diffusi
dall'agenzia Frontex, che riportano una "presunta forte
diminuzione dei transiti lungo la rotta balcanica, necessitano
di un'attenta analisi" e andrebbero "confrontati con altre fonti
per evitare interpretazioni affrettate o distorsioni". Il
Consorzio internazionale di solidarietà (Ics) lo scrive in una
nota, per il quale "nessuna fonte internazionale segnala una
reale diminuzione delle partenze dalle principali aree di
origine dei rifugiati. Al contrario, in alcune regioni, come
Afghanistan, la situazione è in peggioramento". Questo
implica che "i rifugiati continuano a concentrarsi in paesi
terzi, dai quali saranno comunque costretti a spostarsi" e che
la riduzione dei transiti va letta "insieme al dato -
apparentemente contraddittorio - che registra un aumento degli
arrivi in Grecia, paese di ingresso geografico della rotta".
Questo dimostra che non c'è stata "diminuzione degli arrivi in
Europa attraverso le rotte orientali".
Ics esprime "preoccupazione" per la riduzione delle
presenze visibili nei Balcani, che sarebbe frutto di "aumento
dei respingimenti illegali alle frontiere esterne dell'Unione
Europea e in stati non UE" e di "sempre più strutturate reti di
trafficanti con transiti che avvengono in modalità meno
visibili". Infine, "l'idea che si stiano ottenendo successi
significativi nella lotta contro le organizzazioni criminali,
sebbene diffusa, non è supportata da una base scientifica
adeguata".
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