"Sono molto pessimista sulla memoria.
Il pessimismo aumenta in un tempo come oggi quando nessuno
studia storia e geografia, quando nessuno si toglie da quel
telefonino per pensare, senza cultura, senza morale e senza
pensare a se stessi come un ente eccezionale che è ognuno di noi
non si può che esser pessimisti. Quando saremo morti noi
sopravvissuti, i nostri diretti eredi, i bravi insegnati
ricorderanno, poi una riga in un libro di storia e poi neanche
quella". Lo ha ribadito la senatrice a vita Liliana Segre,
sopravvissuta ad Auschwitz, a "Che Tempo Che Fa" di Fabio Fazio
sul Nove, alla vigilia del Giorno della Memoria.
Quanto agli attacchi e le minacce ricevute sui social dopo il
documentario "Liliana" che racconta la sua vicenda ha detto che
un po' si aspettava simili reazioni "anche perché io sono da 6
anni sotto scorta, se una vecchia donna come me viene messa
sotto scorta, dal 2018, perché già allora avevo minacce,
odiatori. Ma chi sono questi personaggi? Immaginavo che con il
film sarebbero stati di più e così è stato. L'antisemitismo c'è
sempre stato, l'ho incontrato da bambina. L'aumento? Forse dopo
la guerra erano successe tante cose che erano tutti amici degli
ebrei si fingevano amici o erano, è da decidere. Io l'ho sempre
sentito l'antisemitismo, non era manifesto come adesso ma c'è
sempre stato. Vedi dal punto di vista razzista, vedi dal punto
di vista religioso, personale, ci sono tanti motivi".
"Devo dire la verità, io non ho paura perché sono diventata
così vecchia. Avevo molta paura quando ero bambina. Poi man mano
che le cose mi sono capitate, c'è stata una ragione
importantissima, etica, morale che era l'amore grande che io
avevo ricevuto da bambina. E quando uno è stato amato nella vita
- conclude - ha uno scudo davanti a sé, che non è visibile, ma
che ti protegge per tutta la vita. Io, ancora oggi che ho 94
anni, nel ricordo di mio padre, dei miei nonni ho una specie di
scudo, di corazza che è fatta di amore e che ha vinto
sull'odio".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA