Sono due i mesi di convalescenza che i medici hanno prescritto a papa Francesco nella sua residenza di Santa Marta. Tornare a casa per il Pontefice è un vero sollievo, da giorni in tanti in ospedale stavano raccogliendo la sua insofferenza per lo spazio angusto, seppure extralarge rispetto a quello di un paziente "normale", dell'appartamento al decimo piano del policlinico Agostino Gemelli.
Da giorni, in carrozzina, e con una veste molto ampia, percorreva accompagnato avanti e indietro il corridoio, un po' per la fisioterapia motoria, un po' per svagarsi dalla vista delle solite mura. Ora si torna a casa, a Santa Marta, la residenza dove Francesco abita fin dall'elezione avendo rifiutato di risiedere come gli altri Pontefici al Palazzo apostolico. Ma non ci saranno allestimenti particolari, assicura il suo medico curante Luigi Carbone, nel briefing un po' a sorpresa con i giornalisti oggi pomeriggio al Gemelli. "Tornerà a Santa Marta in una dimensione protetta che richiede una convalescenza - afferma -, abbiamo valutato i suoi fabbisogni che sono un po' quelli di tutti i pazienti che hanno avuto la polmonite, c'è un fabbisogno di ossigeno evidentemente ed avrà bisogno di assistenza specialistica, ma ci siamo preparati per accoglierlo al meglio". "Non ha necessità di grosse cose - aggiunge il medico che ha seguito l'intera degenza di Bergoglio - l'ossigeno come tutti i pazienti di questo tipo e poi in Vaticano per le emergenze c'è il servizio h 24 della Sanità ed igiene".
Nessun accorgimento particolare per il pontefice, dunque, niente triage o sbarramenti in entrata, se non le raccomandazioni fortissime di limitare il più possibile le visite. Va da sè che starà molto al Papa che generalmente riceve a Santa Marta senza particolari freni, la fermezza nel dire di no, il sottrarsi ai tanti che vorranno riprendere magari appuntamenti annullati o rimandati. Non vi sarà però, niente di diverso dalle normali misure di sicurezza che sono la guardiania affidata agli Svizzeri e il controllo discreto dei segretari.
Il Papa necessiterà di continuare la fisioterapia motoria e respiratoria, raccomanda il professor Sergio Alfieri, "sta migliorando, continuerà a lavorare ma la raccomandazione è di osservare l'adeguato riposo, non incontrare gruppi di persone".
Santa Marta, prima che Francesco ne facesse la sua residenza, era il pensionato usato dai cardinali durante il conclave e, addirittura, prima della ristrutturazione voluta da Giovanni Paolo II con cui ha ricevuto la configurazione attuale, era un lazzaretto pontificio per i malati di colera, un piccolo ospedale spuntato alla periferia dei palazzi apostolici quando alla fine del XIX secolo il pontefice di allora temeva che l'epidemia del 'morbo asiatico', come veniva chiamato, arrivasse anche a Roma. Nel 1884 per volere di Leone XIII, il palazzetto di Santa Marta divenne "lazzaretto dove accogliere le famiglie pontificie e quelle dei quartieri a ridosso di San Pietro" con una sorta di ambulatorio e una chiesa dedicata proprio a Santa Marta. Sempre Santa Marta, tra l'altro, divenne rifugio anche per molti ebrei negli anni della persecuzione nazifascista e per le rappresentanze diplomatiche in guerra con l'Italia di Mussolini e con la Germania hitleriana. Fino a che Giovanni Paolo II non ne volle fare la "casa per il conclave", con lavori di ristrutturazione, conclusi nel 1998, dopo i quali divenne, di fatto, uno degli alberghi piu' esclusivi della capitale. Resta l'interrogativo se la fisioterapia motoria Francesco la farà magari nel piazzale antistante la residenza dove c'è l'ingresso posteriore alla basilica di San Pietro.
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