'Renato Paresce e Les
italiens de Paris' è l'esposizione che sarà inaugurata il 2
marzo, visitabile fino al 4 maggio, alla Casa Museo Osvaldo
Licini di Monte Vidon Corrado (FM), e poi dal 16 maggio al 14
settembre nelle sale espositive di Palazzo Bisaccioni, sede
della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi.
È curata da Stefano De Rosa e presentata dal Centro Studi
Osvaldo Licini, il Comune di Monte Vidon Corrado e la Fondazione
Cassa di Risparmio di Jesi. Ma qual è la connessione tra Osvaldo
Licini e Renato Paresce? Entrambi frequentarono l'ambiente
artistico e culturale parigino nei primi decenni del '900. Non
si incontrarono mai di persona, ma esposero entrambi nella
collettiva 'Les artistes italiens de Paris' nel 1928 allestita
al Salon de l'Escalier di Parigi.
Da qui è nata l'idea della mostra che presenta un nucleo di
circa 30 opere - di una collezione privata marchigiana - di
Paresce insieme a una sezione dedicata agli altri Italiens de
Paris. Il percorso espositivo ricostruisce, dal 1913 al 1931, la
complessa parabola artistica di Paresce - che si firmava Renato
come giornalista de La Stampa e René sulle opere pittoriche -
sviluppata nel contesto d'avanguardia francese, iniziato con
l'adesione al post-impressionismo, maturato fino agli albori di
una sintesi personale, tradotta poi in uno stile identitario.
L'identità intellettuale di Paresce è poliedrica: laureato in
fisica, è stato giornalista, pittore autodidatta e attento al
fermento artistico contemporaneo, critico d'arte.
Tra le opere in mostra ci sono Il barcone del 1913, due
paesaggi del 1917, La veduta di Parigi del 1918, Portrait Fauve
del 1918, Composizione con statua del 1930, La Comète del 1931.
La mostra comprende anche un nucleo di opere degli Italiens de
Paris tra le quali Ritratto di signora di De Chirico del 1921,
un ritratto di Marina Severini di Gino Severini, databile alla
fine degli anni trenta e un Capriccio metafisico di De Pisis del
1918-20.
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