Si chiama "Eterno visionario" il
film che ritrae un Luigi Pirandello inedito, per la quindicesima
regia di Michele Placido. Nel film, in uscita al cinema il 7
novembre con 01 Distribution, il regista racconta vita privata e
segreti della famiglia Pirandello, tra il rapporto sofferto con
la moglie Antonietta Portulano, la ricerca ossessiva di un'arte
che mira ad abbattere il confine con la vita, l'amore proibito
per Marta Abba e la complessa relazione con i figli Stefano,
Lietta e Fausto. "Eterno visionario - spiega Michele Placido -
perché può essere tutto, un santo o un grande letterato, come lo
è stato Pirandello che ha rivoluzionato il teatro in Europa".
Il film, presentato al Centro sperimentale di cinematografia
all'interno dei Cantieri culturali della Zisa di Palermo,
nell'ambito giornate nazionali del cinema per la scuola, è
girato in alcune location siciliane come la Valle dei Templi, la
Scala dei Turchi e Realmonte. Nel cast Luigi Pirandello è
interpretato da Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bruni Tedeschi è
la moglie Antonietta Portulano, Federica Luna Vincenti è Marta
Abba, Giancarlo Commare, Aurora Giovinazzo e Michelangelo
Placido sono rispettivamente i figli Stefano, Lietta e Fausto.
Nel film anche la partecipazione della star internazionale Ute
Lemper. Nel ruolo di Saul Colin, agente e collaboratore di
Pirandello, Michele Placido.
L'uscita della pellicola avverrà in occasione del novantesimo
anniversario dall'assegnazione del premio Nobel per la
letteratura a Pirandello, avvenuto l'8 novembre del 1934.
"Nel corso delle riprese in Sicilia abbiamo avuto modo di
incontrare gli eredi della famiglia Pirandello - spiega Federica
Luna Vincenti - gli eredi sono rimasti molto soddisfatti del
nostro lavoro perché, a detto loro, noi abbiamo raccontato ciò
che accadeva realmente". Il film, infatti, si ispira alla vita
di tutti i giorni di Pirandello, tra dinamiche familiari e
momenti legati alla sua scena intima "come l'incontro con Marta,
la sua musa - prosegue l'attrice - lui quando incontra lei vede
la luce e ha bisogno, in quel momento, proprio di quella luce
per continuare a scrivere. Le opere più importanti poi le
scriverà, infatti, dedicandole a lei".
"Il tentativo - osserva Fabrizio Bentivoglio - è stato
quello di rendere Pirandello meno pirandelliano, di rivelare
l'uomo dietro il monumento che ci presenta la scuola quando lo
studiamo, dietro i banchi. Quindi, non l'accademico, il premio
Nobel, ma l'uomo e la sua vita, che spesso viene omessa ma che
invece è indispensabile da conoscere per comprenderne le opere".
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