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L'ira dei repubblicani per le lacrime di Selena Gomez

L'ira dei repubblicani per le lacrime di Selena Gomez

"Va deportata in Messico", dopo post contro espulsione migranti

NEW YORK, 28 gennaio 2025, 16:20

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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(di Alessandra Baldini) L'ira dei repubblicani si abbatte contro Selena Gomez dopo il video postato su Instagram in cui la co-star di Emilia Perez si scaglia singhiozzando contro le espulsioni di migranti decisa con ordine esecutivo dal presidente Donald Trump. "Deportatela in Messico", ha tuonato Sean Parker, ex candidato al Senato dello Utah, e lo stesso ha chiesto in in un post su X Sean Strickland, un artista marziale sotto contratto con l'Ultimate Fighting Championship(UFC). A livello ufficiale, ha replicato lo zar dei confini Tom Homan assicurando che l'amministrazione Trump "andrà avanti con l'operazione senza scuse per nessuno". È tutto per il bene della nazione, ha replicato Homan alle lacrime della Gomez: "Renderemo più sicure le nostre comunità". Nel video intitolato "I'm sorry" e condiviso su Instagram con i suoi 420mila seguaci la 32enne star del film di Jacques Audiard dieci volte candidato agli Oscar è scoppiata a piangere: "Tutta la mia gente viene attaccata, anche i bambini. Non capisco. Vorrei fare qualcosa ma non posso. Non so cosa fare.
    Proverò di tutto, lo prometto". Le critiche sono state immediate: "Ecco perché non prendiamo consigli politici dalle star bambine della Disney", l'ha attaccata l'opinionista conservatrice Tomi Lahren definendo Gomez "un'idiota certificata" per aver pianto per "criminali immigrati illegali": un'allusione ai primi passi di Selena a Hollywood come star bambina del Disney Channel.
    E se qualcuno ha dato all'attrice il beneficio dell'inventario (sarebbe sconvolta per esser stata personalmente snobbata alle nomination degli Oscar), le critiche online sono state tante e tali che hanno indotto Gomez a rimuovere il video: "Evidentemente è sbagliato mostrare empatia per il prossimo", ha dichiarato poi. Selena è messicana-americana di terza generazione: l'attrice nel 2019 ha prodotto un documentario intitolato Living Undocumented e contestualmente ha scritto un articolo su Time raccontando la storia dell'immigrazione illegale dei suoi nonni in Messico, col padre nato in Texas poco dopo che è diventato cittadino grazie allo ius soli.
   

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