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Aramburu, 'ho dovuto scegliere se adottare la violenza o no'

Aramburu, 'ho dovuto scegliere se adottare la violenza o no'

A Pordenonelegge scrittore basco racconta un'esplosione a scuola

PORDENONE, 21 settembre 2024, 16:52

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Ho visto il terrorismo e da adolescente ho dovuto scegliere se adottare la violenza o rinunciarvi: alcuni compagni di scuola hanno scelto di imbracciare le armi, io per fortuna non sono caduto in quell'abisso". Lo ha detto Fernando Aramburu parlando del legame con la sua terra natale, i Paesi Baschi, dove è ambientato il suo ultimo romanzo Il bambino (Guanda), presentato a Pordenonelegge.
    Il libro narra la storia vera di un'esplosione avvenuta in una scuola elementare basca. "La tragedia avvenne quando avevo 21 anni. Scoprii in radio cos'era successo, e mi fece molta impressione: la morte di cinquanta bambini nella propria terra natale è qualcosa che non si dimentica".
    Il progetto di Aramburu era di scrivere una serie di romanzi sulla "gente normale" della sua terra natale, di cui Il bambino è il quarto. "Il ricordo di questa storia mi ha parlato negli anni, e finalmente sono riuscito a trovare il tono, la forma, i personaggi giusti", ha spiegato. "Ne Il bambino si uniscono il ricordo e la letteratura: quando ho iniziato a scriverlo sentivo di avere il bisogno di esternare questo ricordo doloroso".
    "Prima di iniziare a scrivere, prendo delle decisioni formali sul tono e la personalità del testo. E solo quando l'ho deciso mi occupo della storia. In questo caso, c'era un rischio forte: non volevo scrivere una storia melodrammatica, inverosimile, esagerata", ha precisato Aramburu.
    "I baschi sono introversi, non parlano molto, ma sono molto diretti, quindi ho scelto uno stile succinto, non barocco. Ho usato un espediente narrativo: il testo è cosciente di essere un testo, di rappresentare una storia, ha una propria voce, discute con lo scrittore. Questi dieci interventi del testo, che ho chiamato 'oasi di calma riflessiva', permettono di creare un contrappeso rispetto al grande carico emotivo della storia stessa. In questo modo non ho scritto un melodramma pieno di lacrime e di tragedia".
   

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