Rosso è il colore di Giovanna
d'Arco, che ha inaugurato la stagione lirica del teatro Regio di
Parma. Rosso come l'abito che indossava la protagonista
femminile Nino Machaidze, che ha confermato le sue non comuni
doti canore, ma soprattutto come il filo rosso ideale con cui la
regista Emma Dante e il direttore d'orchestra Michele Gamba sono
riusciti a dare unità drammaturgica e musicale a una delle opere
meno rappresentate di Verdi, che, con i suoi cambi repentini di
registro, rischia di apparire frastagliata e contraddittoria.
Non è stato questo il caso. Concentrandosi in particolare
sulla malattia mentale, la schizofrenia, dando corpo fisico alle
voci nella testa di Giovanna (angeliche creature fiorite, e
demoniache creature rosse con le coreografie di Manuela Lo
Sicco) Dante ha riempito di movimento ogni nota e ogni silenzio,
senza coprirle ma sottolineandole. Viceversa la musica, eseguita
dalla filarmonica Toscanini, ha accompagnato e dato senso alle
azioni in scena: dai movimenti del coro del teatro Regio diretto
da Martino Faggiani, alla rabbia soffocata di Giacomo (il
notevole basso Ariunbaatar Gansbaaatar), padre di Giovanna, che
pensa il re l'abbia conquistata e non sia più pura, al tentativo
del re Carlo VII ( il tenore Luciano Ganci) di conquistare la
pulzella d'Orleans, capace di vincere in battaglia e tormentata.
"Forse - ha spiegato la regista nelle note di regia - è
pazza, forse è una santa ispirata dal cielo, forse è una strega
succube degli spiriti malvagi, ma certamente è una donna
eccezionale". Fra archi d'oro o di fiori, con echi di
sicilianità, e un suggestivo bosco magico che si cala sul palco
dall'alto, le scene di Carmine Marigola e i costumi di Vanessa
Sannino con le luci di Luigi Biondi hanno aiutato a ricreare la
magia del soprannaturale. Un'opera cameristica l'ha definita
Gamba che ha scelto una lettura personale e intimistica della
partitura di Giovanna d'Arco, dove solo tre sono i protagonisti.
Personale e vincente, con applausi finali per tutti i
protagonisti, inclusa Emma Dante, particolarmente calorosi per
il maestro.
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