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Il barbiere di Siviglia di Rossini torna al Regio di Parma

Il barbiere di Siviglia di Rossini torna al Regio di Parma

Dall'1 marzo con regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi

PARMA, 27 febbraio 2025, 12:39

Redazione ANSA

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Dopo il successo ottenuto lo scorso anno, Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, nell'allestimento del Rossini Opera Festival con la regia, le scene e i costumi di Pier Luigi Pizzi, torna al Teatro Regio di Parma dall'1 marzo alle 20 (repliche il 5, 7 e 9). In buca debutta l'Orchestra Senzaspine di Bologna con la bacchetta di George Petrou che dirige Ruzil Gatin (Il Conte d'Almaviva), Carlo Lepore (Don Bartolo), Maria Kataeva (Rosina), il ventiseienne Matteo Mancini (Figaro), Grigory Shkarupa (Don Basilio), Licia Piermatteo (Berta), Gianluca Failla (Fiorello / Un ufficiale), Armando De Ceccon (Ambrogio). Una fitta trama di inganni, stratagemmi e situazioni esilaranti, un linguaggio musicale brillante, un ritmo narrativo serrato fanno di quest'opera una delle più rappresentate al mondo. Un successo tutt'altro che scontato all'epoca del suo debutto, avvenuto il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina di Roma.
    "Sono arrivato tardi alla regia del Barbiere di Siviglia - scrive Pier Luigi Pizzi - semplicemente perché non si è mai concretizzata prima l'occasione. Poi mi fu offerta l'opportunità nel 2018 al Rossini Opera Festival, che è lo stesso spettacolo che riprendo qui e che mi ha permesso di accostarmi al Barbiere con sentimento nuovo, senza preconcetti, provando a raccontarlo senza costruirci sopra ipotesi interpretative stravaganti.
    Certo, dietro il Barbiere c'è un testo di alto livello, che è quello di Beaumarchais, ma Sterbini ne ha tratto un libretto agile, ben scritto, con dialoghi brillanti e gradevoli che permettono di seguire bene i dettagli della vicenda. D'altra parte non si finisce mai di trovare meriti in Rossini. Persino quando usa, come fa anche qui, temi musicali già sfruttati in altre sue opere precedenti, ha saputo comunque rinfrescarli presentandoli in un modo diverso che sembra sempre nuovo. La sua attualità sta proprio nel fatto di essere allo stesso tempo buffo e amaro".
   

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