Sono trascorsi 250 anni dalla
nascita di Gaspare Spontini e 70 dalla storica produzione
scaligera della sua Vestale interpretata da Maria Callas e
Franco Corelli con Antonino Votto sul podio e Luchino Visconti
alla regia: La Vestale torna ora al Teatro Alighieri di Ravenna
il 28 febbraio alle 20.30 e il 2 marzo alle 15.30 con un nuovo
allestimento che ha debuttato a Jesi lo scorso ottobre e
reimmagina il capolavoro di Spontini proprio a partire
dall'incontro fra Visconti e Callas.
Così la vestale romana e il soprano greco si rispecchiano
l'una nell'altra, perché "come Maria Callas, Giulia è una figura
osservata, giudicata e spinta verso una perfezione
insostenibile, un peso che alla fine si rivela schiacciante",
sottolinea il regista Gianluca Falaschi, che cura anche scene e
costumi. Nel ruolo della giovane destinata al tempio c'è Carmela
Remigio, mentre Bruno Taddia è Licinio, che di Giulia è
innamorato; Joseph Dahdah è l'amico Cinna, mentre Daniela Pini è
la Gran Vestale (nella replica del 2 marzo il ruolo è di
Lucrezia Venturiello) e Adriano Gramigni interpreta il Gran
Pontefice.
In buca l'Orchestra La Corelli diretta da Alessandro Benigni
con il Coro del Teatro Municipale di Piacenza preparato da
Corrado Casati. Composta su libretto in francese di
Victor-Joseph-Étienne de Jouy e rappresentato per la prima volta
nel 1807 all'Académie Impériale de Musique, La Vestale è
considerata il capolavoro di Spontini per la possente
ispirazione drammatica, la raffinatezza della parte strumentale
e la stretta aderenza tra valori musicali, psicologia dei
personaggi e azione scenica. In occasione delle recite sono
esposte a teatro le opere commissionate all'artista Felice
Nittolo e dedicate ai titoli della stagione: per La Vestale,
Nittolo si è ispirato al mosaico degli amanti della Villa del
Casale di Piazza Armerina.
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