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La Gabriella e le ragazze, la vita di Tina Anselmi a teatro

La Gabriella e le ragazze, la vita di Tina Anselmi a teatro

In vista dell'8/3, la prima donna italiana diventata ministra

ROMA, 02 marzo 2025, 18:41

di Daniela Giammusso

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Dico alle mie nipoti: attente, fate la guardia, perché le conquiste non sono mai definitive". Così avvertiva Tina Anselmi (Castelfranco Veneto, 25 marzo 1927 - 1 novembre 2016), la prima donna italiana diventata ministra e la prima in assoluto a essere presa in considerazione come presidente della Repubblica, tutta la vita schierata contro le discriminazioni di genere e promotrice di una legge che apriva alla parità salariale e di trattamento per le donne nei luoghi di lavoro. Alla vigilia della Giornata internazionale della donna, è a lei che è dedicato La Gabriella e le ragazze. Storie di Tina Anselmi, spettacolo prodotto da Fondazione Aida, per la regia di Anna Tringali e Giacomo Rossetto, in prima nazionale il 7 marzo al Teatro Camploy di Verona.

Con quel titolo che riprende il nome di battaglia usato da Anselmi ai tempi in cui era staffetta partigiana, la pièce è ambientata in una notte di dicembre del 1977. "È un racconto intimo. Narra la storia di Tina attraverso il punto di vista di due operaie, interpretate da Eliana Crestani e Benedetta Conte, che scelgono di occupare la filanda in cui lavorano", spiega il neo co-direttore artistico di Fondazione Aida, Simone Dini Gandini, che ha curato la drammaturgia. "In questo spettacolo tutto al femminile - dice - la grande Storia si riflette nella quotidianità di due donne che si rimboccano le maniche e persino nella storia di tutti noi. Le protagoniste con le loro vite sono frutto d'invenzione, ma ogni singolo elemento prende le mosse dalla vita e dall'impegno di Tina Anselmi".

Per lei tutto era cambiato trent'anni prima, il 26 settembre 1944, quando i fascisti, entrati nella sua scuola, la fecero scendere in strada insieme ai compagni per assistere all'impiccagione di trentuno ragazzi lungo il viale alberato di Bassano. Un eccidio che la segnò profondamente. Da allora Anselmi dedicò tutta la sua vita alla democrazia e ai diritti delle donne, prima come staffetta di collegamento tra le formazioni antifasciste venete, poi nel sindacato dei lavoratori tessili Fiot e nel 1976, dopo 885 ministri uomini, come prima ministra della Repubblica, al Dicastero del Lavoro e della Previdenza sociale e poi alla Sanità. Inserito nel programma della manifestazione Giornata Internazionale dei Diritti della Donna 'Il potere delle donne - 8 marzo 2025', promossa dall'Assessorato alla parità di genere del Comune di Verona, lo spettacolo apre il sipario su una filanda, con la scena (firmata da Luca Zanolli) abitata da gomitoli giganti e fili da sbrogliare. "Proprio come sono da sbrogliare le questioni legislative, soprattutto quelle legate ai diritti delle donne", commenta la regista Anna Tringali.

Lina, una delle due protagoniste, dietro la dura tempra da sindacalista nasconde un segreto che risale agli anni della seconda guerra mondiale. Irene invece, più giovane, è intrappolata in un matrimonio con uomo violento che non trova il coraggio di lasciare, anche e soprattutto a causa della disparità salariale, che le impedisce di mantenere lei e il figlio piccolo. I racconti delle loro vite sono intrecciati alla presenza ricorrente di Tina Anselmi, amica e compagna di lotta di Lina. Con quelle sue parole che oggi tornano più attuali che mai. "La nostra storia ci dovrebbe insegnare che la democrazia è un bene delicato, fragile, deperibile - diceva -. Una pianta che attecchisce solo in certi terreni, precedentemente concimati, attraverso la responsabilità di tutto un popolo. Dovremmo riflettere sul fatto che la democrazia non è solo libere elezioni, non è solo progresso economico. È giustizia, è rispetto della dignità umana, dei diritti delle donne. È tranquillità per i vecchi e speranza per i figli. È pace".

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