Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.
Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.
In evidenza
In evidenza
UWE TIMM, TUTTI I MIEI FANTASMI (SELLERIO, PP 321, EURO 16)
Ricrea l'atmosfera della Germania postbellica e racconta una generazione che ha attraversato il dolore del nazismo il grande scrittore tedesco Uwe Timm, ma lo fa con quel suo sguardo unico, che coglie l'umanità senza evitare di interrogarsi sulla responsabilità collettiva dei tedeschi e su come sia stato possibile vivere ignorando lo sterminio degli ebrei. Ad attraversare il suo nuovo romanzo 'Tutti i miei fantasmi', in libreria per Sellerio nella traduzione dal tedesco di Matteo Galli, sono anche e soprattutto l'amore per i libri e la scrittura, oltre all'incontro con tanti personaggi che segnano il suo percorso di vita, in un laboratorio di pellicce.
"Com'era stato possibile che la gente lavorasse, si divertisse, facesse festa, ascoltasse musica e andasse a teatro mentre allo stesso tempo esistevano questi campi di tortura?" si chiede il protagonista-narratore Timm, vincitore tra gli altri del Premio Mondello. A quattordici anni, appena finite le medie, il padre pellicciaio dell'autore lo fa entrare come apprendista nella grande bottega del signor Levermann che confeziona pellicce a metà tra artigianato e manifattura industriale. Vuole che non si perda la tradizione di famiglia, ma il protagonista, non a caso soprannominato il sognatore, non abbandona il desiderio di un'altra vita fatta di scrittura e libri. "Non scrivevo quand'ero a casa, ma durante le ricreazioni, sopra e a volte sotto il banco. Era come un modo per riprendere fiato" racconta degli anni della scuola. E anche ora, ad Amburgo metà anni Cinquanta, nelle pause di lavoro il giovane coltiva la sua passione letteraria tra Dante, le poesie di Gottfried Benn, Hemingway, la letteratura russa da Gogol a Dostoevskij, Le metamorfosi di Kafka e Lo straniero di Albert Camus che "è stata una rivelazione". Dall'adolescenza agli anni dell'Università la sua crescita avviene nella bottega di Levermann dove scopre il valore dell'artigianato e i segreti e le insidie di questo mestiere. Ma sono soprattutto l'incontro con i colleghi e le loro storie a cambiare la sua vita. Il giovane Erik che ha attraversato l'America come Jack Kerouac lo introduce al jazz e il giorno in cui decide di lasciare il laboratorio gli regala Il giovane Holden di Salinger. Centrale la figura del vecchio socialista Kruse che aveva fatto una pelliccia per la moglie "di quel trombone del ministro degli esteri nazista von Ribbentrop" con la stella sovietica sulla schiena. "Walther Kruse aveva confezionato il cappotto alla fine degli anni Trenta e mi disse che sul dorso aveva lasciato un'arricciatura a forma di stella rossa" racconta nel libro. Ed è proprio Kruse a prestargli il libro 'Lo Stato delle SS' di Eugen Kogon che rafforza la battaglia di Uwe contro i ragionamenti del padre che affermava che "non si sapeva nulla dello sterminio degli ebrei", ma quando gli capita fra le mani il volume di Kogon, il protagonista-narratore lo vide "in piedi accanto al caminetto, che si torceva le mani e piangeva in silenzio".
Ci sono poi Johnny-Look, che come Uwe nascondeva la sua dipendenza dalla lettura a quelli con cui tutto il giorno lavorava fianco a fianco. Jensen con cui vive tante avventure e divertimenti e la piccola Lilith. Dopo la morte del padre e quando il mercato delle pellicce va incontro a una crisi irreversibile, il protagonista deve ricostruire l'attività di famiglia. Ci riuscirà, ma la sua vera vita comincerà quando si iscriverà al collegio di Braunschweig.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA
Ultima ora