/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

L'Australia di Galgut tra passato e illusioni su futuro

L'Australia di Galgut tra passato e illusioni su futuro

uno dei suoi primi romanzi, un noir metaforico e avvincente

ROMA, 27 febbraio 2025

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Paolo Petroni) DAMON GALGUT, ''LA PREDA'' (E/O, pp.
    150 - 17,00 euro - Traduzione di Tiziana Lo Porto) - Ecco un Galgut inedito, uno dei suoi primi romanzi uscito sei anni prima di vincere il Brooker Prize 2021 con 'La promessa', ma in cui ritroviamo i temi di vite al margine, una margine esistenziale e fisico-geografico, sul limitare del deserto, della savana, di quella natura inospitale che segna gran parte del Sudafrica e qui è metafora anche delle difficoltà del paese, che si trascina i drammi del suo passato e le illusioni di un futuro diverso e migliore. Tutto questo vale anche per il protagonista di questo romanzo, un uomo di cui non sapremo mai il nome che, fuggendo dai suoi trascorsi in un paesaggio tutto polvere e arbusti, finisce per incontrare e uccidere un prete, Frans Niemand, che sta raggiungendo la sua nuova parrocchia e lo ricatta chiedendo attenzioni omosessuali per non denunciarlo. Dopo averlo sepolto in una ex cava di gesso, ne prende l'identità e il posto nella chiesa alla desolata periferia di una piccola città, annunciata da un cartello stradale perforato da colpi di arma da fuoco.
    Potrebbe andare tutto bene e iniziare una nuova vita, i fedeli amano moltissimo i suoi discorsi libertari se non fosse che lo derubano dei bagagli, i suoi dell'ex prete, e quando va alla polizia per denunciare il furto al capitano della polizia Mong, vede una proprio foto appesa al muro che con un gesto di destrezza riuscirà a strappare via. Quando oggetti e abiti vengono recuperati si scopre che sono macchiati di sangue e il capitano comincia a insospettirsi anche perché l'uomo arrestato, Valentine, gli racconta di aver incontrato quell'uomo, ora il prete, giorni prima. Poi, per un caso, si scopre anche un cadavere che rivela una morte recente in una cava appena coperto di sassi.
    Mong non fa che lucidare e la sua grande moto rossa e cercar di capire cosa accade e è accaduto che riguarda anche la chiesa posta sull'altro lato della piazza rispetto alla stazione di polizia.
    Quando le cose iniziano a precipitare, il prigioniero, col fratello arrestato anche lui, riesce a uccidere un poliziotto e fuggire, anche per l'uomo viene il momento di decidere che fare: comincia a correre tra gente che si scosta e lo lascia passare trovandosi ''all'inizio di una strada che si allungava in prospettiva decrescente verso un punto invisibile .... Corse verso il punto e il punto era la piazza e poi il punto era la chiesa. Le porte erano aperte sotto la croce sbilenca e non si udiva alcun suono se non quello che faceva lui e il punto era dentro la chiesa. E corse verso il punto di fuga''. Come scrive Galgut con il suo stile tra il poetico e il concreto, il senso geometrico e desolato dell'ineluttabilità, il raccontare impietoso e avvincente di questa preda.
    Alle calcagna sue e dei due fuggiaschi prigionieri c'è Mong e si inseguono in una landa disperante, senza acqua, inospitale e ostile, tanto che finiscono per essere tutti eguali, inseguiti e inseguitore tutti che corrono come fuggendo da qualcosa, ''il sole tramontò in un liquame di colore e il paesaggio apparve violento e strano. All'inizio l'oscurità era totale. L'unica luce veniva dalle stelle''. Poi qualcosa gli taglia la strada, sono rotaie: ''i binari correvano come punti di sutura sul terreno e lui camminava al loro fianco, la terra era ancora piatta e sterile''. La parte finale è tutta capitoli incisivi, poetici e aspri anche nello stile, molto brevi, anche di poche righe.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza