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In evidenza
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I mercati all'ingrosso stanno
evolvendo verso un modello di hub multifunzionale capace di
offrire una molteplicità di servizi in aggiunta alla
tradizionale funzione di intermediazione commerciale, logistica
e stoccaggio delle merci ma in Italia la rete è troppo
frammentata e presenta fattori di criticità che non consentono
di garantire la presenza diretta degli agricoltori.
È quanto fotografato dall'incontro sui mercati all'ingrosso
nella filiera agroalimentare, organizzato da Ismea, l'Istituto
di servizi per il mercato agricolo alimentare, e Italmercati,
oggi al Cnel a Roma.
In Italia operano 137 strutture, un numero sei volte
superiore a quello di Spagna e Francia, da cui transitano circa
il 50% dell'offerta ortofrutticola complessiva, il 33% di quella
ittica e il 10% delle carni. Quote che, ad eccezione
dell'ortofrutta, risultano significativamente inferiori a quelle
di analoghe realtà di altri Paesi Ue. Da qui la richiesta di una
riforma, come emerso dal dibattito durante l'incontro.
"In una congiuntura difficile per le imprese, con ricadute
soprattutto sulla tenuta dei redditi schiacciati dagli alti
costi di produzione - spiega il direttore generale di Ismea
Maria Chiara Zaganelli - i mercati all'ingrosso possono assumere
un importante ruolo di stimolo per favorire un processo
virtuoso, indirizzato a una più equa ripartizione del valore
lungo la filiera e meno penalizzante per le imprese agricole,
l'anello strutturalmente più debole". Rispetto a questa esigenza
i mercati potrebbero fornire servizi di supporto e di
facilitazione ai piccoli produttori, anche con una diversa
programmazione degli orari di apertura. Aspetto, quest'ultimo
"segnalato, anche da altri operatori".
Tra i clienti dei mercati, la quota più consistente è
rappresentata dai dettaglianti del circuito tradizionale (37%),
seguiti dai retailer della distribuzione moderna (18%) e dei
mercati rionali (17%). Rilevante anche la partecipazione di
intermediari ed esportatori nazionali (11%) ed esteri (7%) e
operatori del canale Horeca (6%), in particolare ristoratori,
questi ultimi in crescita.
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