"Credo che pochi in Spagna abbiano
l'esperienza accreditata in materia di politica monetaria del
ministro Escrivà", la valutazione fatta nelle scorse settimane
dal premier Pedro Sanchez per difendere la candidatura del
titolare del dicastero di Trasformazione digitale a capo della
banca centrale. Ma che tuttavia ha sollevato le obiezioni di
quanti criticano che un ministro passi direttamente dal governo
a dirigere un'istituzione indipendente come la Banca di Spagna.
Il leader del Pp, Alberto Nunez Feijoo, in dichiarazioni ai
cronisti ha sostenuto oggi che la nomina di Escrivà punta a
"controllare e invadere" l'istituzione. "Non si può essere
ministro di mattina e governatore la sera", ha segnalato Feijoo,
affermando che la possibile nomina di Escrivà sarebbe "molto
negativa" per la Banca di Spagna e pregiudicherebbe il suo
prestigio davanti alla Bce.
Critiche di un presunto conflitto di interessi che alla
Moncloa si rigettano con forza, indicando esempi recenti, come
quello del governatore della banca centrale di Austria, nominato
lo scorso 7 agosto dopo aver ricoperto l'incarico di ministro; e
quello di Mario Centeno, a capo della banca centrale del
Portogallo, e che nel 2020 lasciò l'esecutivo per dirigere
l'istituzione.
La nomina di Escrivà, secondo quanto riferito dai media, non
comporterebbe un mini rimpasto nell'esecutivo presieduto da
Sanchez in quanto il ministero di Transizione digitale e di
Funzione pubblica verrebbe diviso e assorbito da altri
dicasteri.
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