Tensione sui mercati mentre il voto
americano si avvicina e nonostante i dati macro in Europa e
negli Usa evidenzino una buona tenuta dell'economia globale. I
listini europei accentuano i cali della mattinata, i future Usa
si appiattiscono, l'oro tocca nuovi massimi a 2.789 dollari
l'oncia e il bitcoin, tra gli asset che beneficerebbero di una
vittoria di Donald Trump, si mantiene attorno ai 72 mila
dollari, non lontano dai suoi massimi storici.
Milano e Parigi cedono l'1,5%, davanti a Francoforte (-1,2%),
Madrid (-1,2%) e Londra (-0,6%) a cui non basta il dato,
migliore delle attese, sul Pil dell'Eurozona e della Germania,
tornata a crescere nel trimestre. I robusti dati macro - anche
americani, con il Pil salito del 2,8% e la creazione di 233 mila
posti nel settore privato, più del previsto - allontano la
possibilità di tagli drastici dei tassi, specialmente negli Usa,
dove la Fed si riunirà la prossima settimana. Ne beneficia il
dollaro mentre le possibili turbolenze legate al voto negli Usa
spingono gli investitori verso l'oro.
Prosegue intanto il flusso di trimestrali: dopo quella
migliore delle attese di Alphabet in Europa i conti di Gsk
(-3,2%), Amundi (-4,4%), Nexans (-8,6%), Campari (-15,3%),
Moncler (-2,6%) e Ubs (-1,6%) non hanno scaldato il cuore degli
investitori, mentre Volkswagen (+0,8%) beneficia di un calo dei
risultati migliore delle previsioni più fosche. A Piazza Affari
soffrono anche Fineco (-3,6%), Amplifon (-3,3%), che ha da poco
diffuso i conti del trimestre, Stellantis (-3,2%), Stm (-2,9%) e
Moncler (-2,6%), pure reduce dalla trimestrale.
Il deludente Pil italiano, fermo nel trimestre e sotto le
attese, pesa sui nostri titoli di Stato, i cui rendimenti sono
in rialzo al 3,59% mentre lo spread con il Bund si allarga di
quasi quattro punti a un passo da quota 127. La buona tenuta
dell'economia aiuta il petrolio (+1,7%), con il Wti che risale a
68,3 dollari e il Brent a 72,3 dollari mentre il gas europeo
cede il 2,7% a 41,7 euro al megawattora.
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