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Responsabilità editoriale di Advisor
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Il 15 novembre la Terra ha superato, secondo quanto dichiarato dall’ONU, il traguardo degli 8 miliardi di individui. Questo crea delle riflessioni in merito alla disponibilità limitata di risorse soprattutto sul fronte alimentare e idrico.
Ad acuire i timori anche la siccità senza precedenti che ha interessato l’Europa nella primavera e nell’estate del 2022; in passato eventi simili erano molto rari, soprattutto in alcune parti del mondo. La siccità è causata da un mix tossico di scarse precipitazioni, inquinamento ed eccesso di consumi. Oggi si stima che circa il 30% degli europei sia colpito dalla carenza d’acqua ogni anno.
Per Mark Lacey, head of global resource equities di Schroders “se non cambiamo registro, si innescheranno sempre più circoli viziosi. Ad esempio, in caso di riscaldamento delle temperature globali di due gradi, la resa dei raccolti di mais diminuirà di oltre il 20%. Analogamente, se non modifichiamo le nostre abitudini, dovremo destinare più terreni all’agricoltura per riuscire a sfamare una popolazione sempre più grande. Ci sarà un aumento della deforestazione, che a sua volta porterà all’estinzione di diverse specie. E quindi all’accelerazione del cambiamento climatico e del riscaldamento globale. Non si tratta di prospettive astratte, bensì di un processo concreto e preoccupante che non si vedeva da generazioni”.
Nonostante lo scenario allarmante, un cambiamento è ancora possibile secondo gli esperti di Schroders. Per Felix Odey, portfolio manager, global resource equities ha aggiunto: “assistiamo allo sviluppo di molte tecnologie e applicazioni di dati che danno un contributo significativo all’aumento della resa dei raccolti. Tecniche quali editing genomico e modifiche genetiche sono oggetto di controversie su alcuni mercati. Ma al contempo permettono a regioni come l’America Latina di superare alcuni dei mercati agricoli più avanzati e di ridurre l’uso di pesticidi e fertilizzanti con un enorme impatto positivo. Il consumatore ha un ruolo centrale. Anche una variazione parziale della nostra dieta può avere un enorme impatto sulle emissioni totali di gas serra nei settori alimentare e idrico”.
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