Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.
Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.
In evidenza
In evidenza
Responsabilità editoriale di Advisor
Responsabilità editoriale di Advisor
Nella sfida per creare un mondo più sostenibile, le aziende sono in prima linea. La governance aziendale, in particolare, sarà cruciale in questo decennio, poiché da essa dipende la modalità di gestione delle aziende stesse e l'efficacia della loro risposta alle sfide. Così la pensano gli esperti di AXA IM.
La necessità di una governance responsabile è anche dimostrata dalla crescente importanza data dagli investitori. Le richieste legate alla governance da parte degli investitori di tutto il mondo sono cresciute del 5.000% negli ultimi dieci anni (49% su base annua), passando da appena 27 nel 2009 a circa 1400 nel 2019, secondo un report di McKinsey.
Mark Hargraves, global head of AXA IM Equity, spiega: "La governance è il primo pilastro che deve essere posto prima che vengano prese decisioni di investimento". Secondo la ricerca di MSCI, "i rischi correlati alla governance potrebbero aver avuto un impatto più immediato sui prezzi delle azioni rispetto alle problematiche sociali o ambientali".
Lorenzo Randazzo RI Expert per l’Italia di AXA IM, ritiene che, per poter avere successo, gli sforzi volti ad affrontare i temi ambientali e sociali importanti per gli investitori devono essere integrati in una robusta struttura di governance. "Le società ben gestite offrono performance superiori nel lungo periodo e hanno maggiori possibilità di riuscire a sfruttare le nuove opportunità. Allo stesso tempo, molti dei più grandi scandali aziendali sono stati causati da strutture di governance inadeguate".
A fronte della crescente attenzione sui fattori ESG, le strutture della governance aziendale vengono esaminate con frequenza sempre maggiore e alle società viene richiesto di illustrare i rispettivi scopi.
"Questo per noi è stato un punto chiave per molti anni - chiedere essenzialmente alle aziende: perché esistete?" dichiara Randazzo. "Qual è il vostro scopo, il vostro impatto? Non si tratta più soltanto dei rendimenti per gli azionisti. Oggi è proprio questo ciò che un numero sempre maggiore di investitori chiede alle aziende. Vogliamo che pensino più in generale al loro ruolo nella società".
Secondo Hargraves, questo decennio di transizione richiede un approccio più attivo e più impegnato all'investimento. "Stiamo entrando in una fase in cui utilizzeremo i nostri voti in nuovi modi per influenzare il processo decisionale nella discussione con la dirigenza", spiega. "In qualità di investitori responsabili, è nostro compito monitorare le società e interagire con esse durante il periodo in cui deteniamo le loro azioni".
Interagire con le società è fondamentale per aiutarle a identificare e mitigare i rischi che si trovano ad affrontare; inoltre, consente loro di identificare nuove opportunità.
Ma chi deve occuparsi dell’adeguatezza della governance?“Un approccio che incontriamo spesso tra le aziende che sono ancora in fase di integrazione dei fattori ESG è quello di demandare ai comitati esecutivi esistenti anche le responsabilità in ambito ambientale, sociale e di governance” evidenziano gli esperti di AXA IM. Può trattarsi del comitato per la corporate governance, oppure altri come il comitato controllo e rischi che assume responsabilità correlate alla sostenibilità, come l’informativa ESG e l’identificazione dei rischi collegati alle problematiche ESG.
C’è però il rischio che la presenza di un comitato specifico, che si occupa esclusivamente dei fattori ESG, porti a isolare tali tematiche dalle altre discussioni strategiche dell’azienda. A tale proposito, ci sono anche casi in cui le aziende hanno nominato un lead director per il clima o le tematiche ESG in generale.
Un approccio maggiormente integrato – secondo gli esperti di AXA IM – che tende a privilegiare una struttura della governance in cui l’intero consiglio è responsabile della supervisione delle questioni ESG che vengono discusse regolarmente nelle riunioni del CdA, sarebbe preferibile.
In realtà l’approccio più adeguato può dipendere da diversi fattori, tra cui le dimensioni della società, il settore, la rilevanza delle tematiche ESG e il grado di maturità della strategia sulla sostenibilità.
“Indipendentemente dalla forma di governance prescelta, ciò che conta è la credibilità dell’impegno dell’azienda per la sostenibilità. A tal proposito, ci aspettiamo la massima trasparenza sulla forma di governance scelta per supervisionare le tematiche ESG, oltre alle necessarie salvaguardie per rendere il consiglio di amministrazione responsabile delle decisioni sulla sostenibilità, quando si tratta di definire la strategia aziendale o chiedere conto al management degli interventi fatti” concludono da AXA IM.
Responsabilità editoriale di Advisor
Ultima ora