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Responsabilità editoriale di Advisor
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I mercati obbligazionari emergenti sul fronte ESG presentano diverse complessità. La principale riguarda proprio la valutazione dei fattori ESG. Nuveen, avendovi investito fin dagli anni ’90 con un team dedicato e con oltre 13 miliardi di dollari di asset (al 30 Giugno 2022) ha elaborato un modello proprietario di valutazione che colma le lacune derivanti dal solo utilizzo di dati esterni.
Per la società di gestione i modelli di valutazione esterni tendono ad applicare la stessa metodologia di valutazione di ciascun pilastro E, S e G a tutti i Paesi, indipendentemente dal loro livello di sviluppo economico. Questo porta a dare eccessiva o scarsa importanza ai fattori ambientali e sociali, a seconda del punto di partenza di un Paese. “La nostra lunga esperienza nella gestione dei portafogli di debito dei mercati emergenti ci ha mostrato che la governance è il motore più significativo del miglioramento degli obiettivi di sviluppo sostenibile” raccontano Anupam Damani, CFA, portfolio manager, head of emerging markets/international debt e Jessica Zarzycki, portfolio manager, ESG/Impact fixed income.
Il modello di analisi proprietario sviluppato da Nuveen tiene conto del punto di partenza, valuta l’ambizione e la direzione dei progressi e promuove approcci equilibrati nel trattare i pilastri ambientali e sociali, mantenendo la governance come cardine della valutazione.
“Sosteniamo inoltre una “Giusta Transizione Energetica”, un percorso graduale verso il raggiungimento di obiettivi di sviluppo che tenga conto dei possibili compromessi tra investire per centrare gli obiettivi di riduzione dell’impatto del cambiamento climatico, e il raggiungimento dellacrescita economica e degli altri obiettivi di sviluppo (come l’aumento dell’occupazione e della coesione sociale)” evidenziano gli esperti della società di gestione.
Nello specifico il framework ESG si compone sia di elementi quantitativi che qualitativi. “Per quanto riguarda gli aspetti qualitativi, ci affidiamo all’esperienza degli analisti per valutare l’andamento delle tendenze, gli impegni futuri (ad esempio, i Contributi Nazionali Determinati o “NDC” dei Paesi per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima) e alla conoscenza derivante dal nostro accesso diretto agli emittenti e alle attività di engagement” spiegano i gestori di Nuveen.
Per quanto riguarda invece quelli quantitativi Nuveen confronta i Paesi in base alle quattro classificazioni dei gruppi di reddito della Banca Mondiale: reddito elevato, reddito medio-alto, reddito medio-basso e reddito basso, in questo modo viene meno l’iniquità che porta a comparare paesi non assimilabili. E soprattutto a convogliare i capitali verso chi ne necessità.
“In base al nostro modello di valutazione proprietario, il debito emesso dai Paesi che ottengono risultati in linea o superiori a quelli dei loro omologhi nella stessa fascia di reddito (ottenendo un punteggio pari o superiore a 3 su una scala da 1 a 5), è idoneo a essere incluso in portafogli ESG intenzionali sui Mercati Emergenti. I titoli obbligazionari emessi da Paesi che hanno una performance inferiore a quella dei loro peer nella stessa fascia di reddito (con un punteggio di 1 o 2) non possono invece rientrare in questi portafogli” chiariscono Damani e Zarzycki.
“Riteniamo che il nostro approccio limiti l’ingresso in portafoglio degli emittenti con performance inferiori sotto il profilo ESG, preservando al contempo un insieme di opportunità diversificate e solide tra rating di debito, regioni geografiche e fattori macroeconomici diversi, con un maggiore potenziale di miglioramento dei rendimenti finanziari” aggiungono gli esperti.
Anche se è da riconoscere che qualsiasi approccio basato su un modello può presentare dei limiti. “Individuare vincitori e perdenti basandosi esclusivamente sui risultati di un determinato modello potrebbe non essere una strategia affidabile nel lungo periodo, soprattutto nel contesto dei mercati emergenti, dove una miriade di fattori e sviluppi in rapida evoluzione richiedono particolare attenzione” confessano gli esperti.
Per questo secondo Nuveen è importante mantenere un approccio gradualmente flessibile da essere in grado di adattarsi alle nuove informazioni che si renderanno disponibili. Tale approccio caratterizza anche la strategia che Nuveen ha reso disponibile agli investitori europei. “Si tratta di una strategia di debito dei mercati emergenti in valuta forte che investe in emittenti che dimostrano leadership ambientale, sociale e di governance e sono meglio posizionati per affrontare le sfide sociali e/o climatiche, o titoli che soddisfano il quadro di impatto diretto e misurabile del reddito fisso proprietario di Nuveen” esplicitano Damani e Zarzycki. Tra i punti salienti della strategia quella di consentire agli investitori di allocare il capitale verso i leader ESG e ottenere risultati positivi, diretti e misurabili all'interno dei mercati emergenti.
“Il nostro framework proprietario di scoring ESG sovrano stabilisce l’ammissibilità all’investimento, ma non è l’unico criterio utilizzato per la selezione dei titoli nei portafogli ESG dei mercati emergenti. I titoli che possono rientrare nei portafogli devono anche presentare un profilo di rischio/rendimento interessante. In altre parole, sono soggetti alla stessa intensa analisi fondamentale bottom-up utilizzata nei portafogli non focalizzati sugli ESG” concludono gli esperti.
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